Continuavano a rubare con i morti ancora a terra

Corinaldo (Ancona) 5 agosto.- Continuavano a rubare nonostante ci fossero già morti e feriti a terra. I membri della baby gang specializzata in furti e rapine compiute grazie alla diffusione dello spray al peperoncino in luoghi pubblici, non si facevano scrupoli. Anche alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, nella notte dell’8 dicembre 2018 dopo aver provocato il panico con la sostanza urticante rilasciata in uno dei condotti di aerazione ed aver visto che la balaustra esterna al locale aveva ceduto sotto il peso di centinaia di presenti in fuga, proseguivano nella loro opera criminale. Senza alcun riguardo neppure per i soccorritori, dato che perfino uno di loro, mentre aiutava una delle persone a terra veniva derubato di un orologio. E’ quanto emerge dalle intercettazioni sui sette ragazzi, cinque italiani e due stranieri ( uno dei quai poi morto ad aprile in un incidente ) che sono stati arrestati per la strage in cui morirono 5 minori e una giovane madre. La banda criminale, originaria di Modena ma che aveva compiuto furti in tutta Italia ed anche all’estero, aveva cominciato ad agire a Corinaldo già prima che si creasse la calca con la tragedia finale che ha spezzate le vite di tanti giovanissimi. In attesa dell’esibizione del trapper Sfera Ebbasta, che doveva ancora arrivare da Rimini, alcuni dei rapinatori di età compresa tra i 19 e i 22 anni erano riusciti a trafugare almeno 5 colannine agli ignari clienti del locale, che intanto si stavano accalcando a centinaia negli spazi angusti della Laternza Azzurra. Poi sembra che uno di loro, vistosi scoperto abbia deciso di diffondere lo spray per fuggire dalla discoteca, senza essere fermati. Cosa che a lui e a gli altri è poi riuscita, tanto più confondendosi con gli ragazzi presenti nella struttura, e nel caos provocato dal fuggi fuggi generale. I sette della baby gang  dovranno rispondere tutti di omicidio, oltre che di altri reati. E per loro certo il futuro non sara roseo. Stabilite forse le probabili responsabilità dirette per quello che è accaduto l’8 dicembre scorso – ma sarà poi il processo ad accertare i fatti – sono da verificare anche le altre situazioni di contesto che hanno facilitato la strage. A cominciare dal capire chi abbia dato le autorizzazioni per arrivare ad un numero di clienti molto superiore alle capacità della Lanterna, e all’idoneità stessa del locale ad ospitare tali spettacoli di grande richiamo. “Vogliamo che vengano accertate tutte le responsabilità per l’incidente – ha detto ad una tv la madre di una delle vittime – perchè non è possibile morire in un posto che era stato accatastato come magazzino agricolo. ” Tutto questo saranno i giudici a stabilirlo.

Comments are closed.