Ancona 20 novembre.- La Regione Marche cerca di aiutare le imprese del territorio colpite, direttamente o indirettamente dalla crisi prodotta dalle norme restrittive sul covid. Oggi la Giunta Acquaroli ha approvato un provvedimento che prevede la destinazione di 10 milioni a imprese, famiglie e fasce deboli che si trovano in maggiore difficoltà. Lo annuncia l’assessore Guido Castelli (Fratelli d’Italia). Un assestamento di bilancio che naturalmente dovrà passare al vaglio della Commissione consiliare competente e poi dell’assemblea legislativa, prima di diventare operativo . Ma si tratta comunque di un tentativo di rispondere ad una crisi che migliaia di cittadini e attività produttive, commerciali e di servizi – anche quelle che sono aperte, ma hanno ricavi al minimo – stanno soffrendo in maniera sempre più preoccupante, ormai da troppi mesi a questa parte.
“Gli oltre 10 milioni stanziati – spiega Castelli – serviranno in gran parte per far scorrere le graduatorie della Piattaforma 210 per contributi alle piccole e micro imprese danneggiate dall’emergenza pandemica, per rifinanziare la legge 13 sui Confidi e per attivare contributi a sportello con una linea di credito agevolata per i codici Ateco in attesa di ristoro. Altri 2 milioni poi – aggiunge l’assessore – saranno invece trasferiti alle aziende di trasporto per il rimborso degli abbonamenti scolastici non goduti e 1,2 milioni per gli incentivi agli investimenti delle imprese nelle aree di crisi. A questi si aggiungono 8,5 milioni di euro a favore degli enti locali sempre per gli investimenti.”
Da ricorda infine, anche lo stanziamento da parte della Giunta regionale di 2,5 milioni per ripristinare il contributo di solidarietà ai malati oncologici per coprire le spese di chi deve spostarsi per le cure. C’è solo da augurarsi a questo punto che i fondi annunciati arrivino in tempi brevi laddove servono veramente, dando respiro a aziende private e nuclei familiari che sono in condizioni sempre più gravi. Anche per compensare l’assenza reale di ristori per covid a moltissime attività di produzione e di imprese di servizi che non hanno visto niente o quasi da parte del governo centrale.