Covid, sindacati Marche : “Potenziare la medicina di territorio”

Ancona 11 novembre.-Potenziare la medicina di territorio, qualificando gli ospedali di comunità e aumentando il numero delle Case della salute. E’ quanto hanno chiesto i sindacati CGIL CISL e UIL Marche nel corso di un incontro con il nuovo assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini (Lega).

“Oltre agli aspetti legati all’emergenza covid – spiegano i confederali – riteniamo necessario e urgente discutere con la Giunta regionale anche dei rilevanti temi di prospettiva come quelli emersi in questi giorni: nuovo Piano Socio-sanitario e ridefinizione della rete ospedaliera. CGIL CISL UIL hanno sempre contestato la scelta della precedente Giunta di ricorrere al project financing per la realizzazione dei nuovi ospedali, ma continuano a ritenere importante procedere rapidamente al completamento delle opere di edilizia ospedaliera in atto e procedere alla realizzazione di  nuovi ospedali, opere particolarmente urgenti almeno in alcune realtà.”

I sindacati inoltre ritengono che “la principale debolezza e i ritardi del sistema sanitario marchigiano  si riscontrano sul fronte della medicina di territorio e sul sottodimensionamento  delle strutture territoriali (strutture residenziali e semiresidenziali) e dei servizi domiciliari. Per superare tali criticità è altresì improcrastinabile aumentare il numero delle Case della Salute e qualificare gli Ospedali di Comunità. Peraltro è proprio con la debolezza della medicina territoriale che ci siamo scontrati nell’affrontare l’emergenza Covid.”

Da ultimo , CGIL CISL e UIL esprimono “forti perplessità in merito all’intenzione della Regione di puntare alle cure con ozono, plasma e idrossiclorichina per il trattamento del Covid. In particolare perché, per quanto riguarda l’utilizzo dell’idrossiclorochina anche di recente il Ministero della Salute ha ribadito la sostanziale assenza di benefici, con possibili effetti collaterali anche gravi e potenzialmente letali”.

Questo è quello che pensano i sindacati, ma non tutto il mondo scientifico italiano ed internazionale. Almeno quello che non ritiene che l’unica soluzione alla crisi attuale – reale o presunta-  sia quella della distribuzione di vaccini.

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