Ascoli Piceno 2 dicembre.- “Con il nuovo decreto sisma non si va da nessuna parte. Se non si modifica protesteremo a Roma”. E’ quanto afferma Augusto Curti, sindaco di Force e coordinatore dei Piccoli Comuni per l’Anci Marche, dopo il via libera della Camera dei Deputati al nuovo testo che dovrebbe affrontare i problemi del post-terremoto.
“Se il provvedimento che uscirà dal Senato dovesse essere uguale a quello già approvato alla Camera sarebbe la conferma che l’ultima visita del Presidente del Consiglio Conte a Castelsantangelo sul Nera non era altro che l’ennesima passerella che in tanti hanno fatto in questi anni. In quell’occasione – aggiunge Curti – lo stesso Conte giustificò il fatto di non aver nominato un Sottosegretario al sisma, sostenendo di voler assumere in prima persona la responsabilità della ricostruzione: oggi è a lui che insieme a tanti cittadini chiediamo l’onere e l’onore della scelta.”
Il coordinatore dei Piccoli Comuni ammette che nel testo è presente “uno sforzo per lo sviluppo del tessuto socio-economico” ma per lui “non sono contenute le misure necessarie ad una accelerazione della ricostruzione privata e pubblica.”
I sindaci e la Regione Marche chiedono tre cose: accelerazione della ricostruzione pubblica, di quella privata e deroga per il personale impiegato negli uffici tecnici : “Tutto questo nel decreto non c’è”, sostiene il sindaco di Force.
Criticato il Governo sul nuovo provvedimento, il rappresentante dell’Anci Marche ne ha pure per la Lega, che tuttavia ora è in minoranza a Roma.
Il partito di Salvini per lui sarebbe colpevole di “indifferenza nei confronti dei veri problemi degli sfollati , per le vicende accadute a Visso , oltre che- come riferito dalla stampa per le consulenze affidate dal Commissario Farabollini.”
Un colpo al cerchio e uno alla botte, dunque per non scontentare nessuno. Anche perchè ora il Pd sostiene l’Esecutivo Conte 2. Conclude poi Curti : “Se al Senato non verranno apportate modifiche del decreto sarà la seconda volta che il Presidente Conte illude i terremotati senza dare risposte concrete e per noi non resterà che la protesta nelle piazze della capitale : è impensabile continuare ad affrontare la più grande catastrofe del dopo guerra con norme ordinarie!”