Ascoli Piceno 5 settembre.- La nuova filiera del legno sta per partire. Promossa dal Consorzio del Bacino imbrifero del Tronto ( 17 Comuni del Piceno), l’idea che dovrebbe presto trasformarsi in realtà economica e occupazionale, potrebbe rappresentare uno dei futuri motori di sviluppo e di rilancio del territorio montano dell’Ascolano, colpito prima da spopolamento e abbandono e poi dalle conseguenze drammatiche del grande sisma del 2016. La messa in produzione di 8500 ettari di bosco presenti in maggioranza nei comuni di Acquasanta Terme e Arquata, così come previsto nei piani del Bim e degli altri enti e soggetti che collaborano all’iniziativa, dovrebbe favorire l’attivazione di una filiera che dovrebbe portare a regime lavoro per almeno 150 persone. Ma in prospettiva, potrebbe favorire l’avvio di un nuovo e ampio ciclo produttivo che oltre a valorizzare le risorse della montagna, ne consentirebbe un azione di manutenzione e controllo anche ai fini della prevenzione dai rischi idrogeologici e ambientali.
Il progetto, al momento sembra che stia mettendo tutti d’accordo : comunanze agrarie, boscaioli, falegnamerie, investitori che aprirebbero nuovi impianti per la lavorazione del legname, enti locali, associazioni e imprese coinvolte nel programma in questione. Anche perchè, tutti – fatta salva la tutela del patrimonio boschivo ed ecologico del comprensorio montano stesso – ne avrebbero da guadagnarci. Con una crescita del valore aggiunto del prodotto legno, che garantirebbe benefici costanti ad attività e comunità della zona.
“La Federlegno – ricorda Luigi Contisciani, presidente del Bim Tronto – si è già impegnata in un protocollo d’intesa ad acquisire tutto il materiale ricavato dal territorio locale, e questo è un fatto molto importante”.
Al momento, stando a quanto anticipa Contisciani, sarebbero due gli impieghi del legname estratto dalle zone individuate dal progetto. Uno energetico, con il prodotto che diventa pellet, carbone ed altro da destinare alle necessità di molti settori, e l’altro industriale, con il legno che diviene materia prima per l’edilizia e il comparto del mobile. E a fare da facilitatore poi, ci sarebbe anche un bando regionale per realizzare programmi di adeguamento della viabilità forestale nelle aree interessate, in modo da accellerare le iniziative economiche connesse. Burocrazia permettendo, naturalmente. “Noi ci crediamo – sottolinea il presidente del Bim – e ci aguriamo che la filiera diventi presto una realtà concreta, in grado di produrre ricchezza vera per il comprensorio”.