Ascoli Piceno 22 febbraio.- “Emarginati dal cosiddetto “Job Act”, esclusi da qualsiasi nuovo provvedimento, e persino penalizzati nell’ultimo decreto Ministeriale n.1074, “internalizzazione servizi”, perché sono riconosciuti solo gli anni di lavoro svolto presso gli enti pubblici, discriminando, di fatto, il lavoratore che ha svolto la stessa mansione presso un’azienda privata. “ Lo scrive in una nota di protesta il Comitato dei Disoccupati Piceni, al quale aderiscono soprattutto ex lavoratori non giovani, esplusi dalle fabbriche e aziende dell’Ascolano a migliaia negli ultimi anni.
“Questo Governo non va oltre i soliti proclami “lavoro, aiuti alle famiglie, investimenti per un piano di sviluppo” continuamente annunciati e mai concretizzati. Per la fascia di età degli over50 – sostiene il Comitato – la situazione non cambia, il destino è segnato, senza lavoro e senza reddito. Persino la legge regionale, che offriva un minimo spiraglio, con l’assunzione e tempo indeterminato per i lavoratori ex lsu, è stata fatta decadere.”
I Disoccupati Piceni, che da anni si battono per avere un minimo di supporto istituzionale per cambiare lo scenario drammatico dell’Ascolano dopo la grande delocalizzazione industriale e la crisi finanziaria, polemizzano anche con “Comuni, Provincia e Regione: si ricordano di noi – attaccano solo per pagare le tasse, in numerosi Paesi dell’Unione i cittadini senza occupazione oltre ad avere più agevolazioni economiche, sono anche esentati dai tributi. Ennesima delusione per gli ultracinquantenni, impiegati nelle piccole aziende, licenziati e abbandonati, dai sindacati e scarsamente rappresentati dagli onorevoli eletti. La prova è la mancanza di considerazione, per questo territorio e per questa fascia di cittadini, nell’ultimo decreto Milleproroghe appena approvato dalla Camera dei Deputati. “
Per il Comitato si salvano solo Ceriscioli e Casini che “da noi sollecitati, hanno riattivato e condotto a termine la procedura per il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa, che ha portato qualche ammortizzatore, e risorse economiche per diverse imprese, ma pur sempre, un provvedimento del tutto insufficiente per fare fronte alle migliaia di disoccupati del territorio. Speravamo nell’approvazione di almeno, una delle varie soluzioni, da noi suggerite, come il “salvagente civico”, la valorizzazione del lavoro privato, l’anticipo pensionistico, oppure il ripristino del “Elenco regionale dei lavoratori ex LSU”ma non è stato cosi. “