Fermo 22 maggio.- Una volta, fino a pochi anni fa, era uno dei distretti industriali più importanti d’Europa . Contava oltre 3mila aziende, tra grandi e piccole ed era il fiore all’occhiello dell’economia delle Marche. Oltre a promuovere non solo i propri prodotti, ma anche il meglio delle capacità artigianali e dell’eccellenza della nostra regione. Era il distretto calzaturiero e delle pelli, fermano-maceratese.
Era appunto e forse non è più. E sì perché la crisi ha colpito duro anche lì. A causa del crollo dei consumi interni negli ultimi anni e della flessione della domanda estera, grazie anche alla sconsiderata politica di sanzioni verso il mercato russo – che faceva respirare le imprese e garantiva l’occupazione sul territorio. Ma anche a causa di un mancato sostegno pubblico, da parte di istituzioni centrali che avrebbero dovuto pensare più alle nostre realtà locali ( come fanno francesi e tedeschi) , che alla globalizzazione ( spesso a senso unico). Sta di fatto insomma, che anche lo storico distretto calzaturiero marchigiano è adesso in conclamata e forte sofferenza .
Tanto che la Giunta regionale è stata costretta a chiedere al Ministero dello sviluppo economico il riconoscimento dello stato di “area in crisi industriale complessa” ( DL. 83/2012) anche per quella zona , così come già fatto per il Piceno e il Fabrianese. Perchè, spiegano da Ancona “la sua crisi non è risolvibile con risorse e strumenti di carattere regionale.. E’ vero certo, che sono anche da valutare quelli che la Regione chiama i “contraccolpi del terremoto”. Ma tutti sanno che l’area fermana è rimasta al margine di queste problematiche, specie quella più vicina alla fascia costiera e dove è maggiormente concentrata la manifattura in questione. E dunque le difficoltà attuali , arrivate dopo una lunga resistenza, sono in gran parte da ascrivere ad un sistema produttivo che è imballato dai fattori già descritti, e non da altro.
. “Nella proposta avanzata al Mise – ricorda la Giunta Ceriscioli- oltre a un approfondito dossier sullo status quo, c’è una visione programmatica sui punti di forza e di debolezza del distretto oltre a un progetto di riconversione. L’obiettivo è quello di concentrare risorse regionali e statali in incentivi territorialmente localizzati, in grado di superare le difficoltà economiche di un’area che risente anche degli effetti del sisma. “ E aggiunge l’assessore al bilancio, il fermano Fabrizio Cesetti : “Questo significa che una volta ottenuto il riconoscimento da parte del Ministero, sarà possibile convogliare nel territorio fermano – maceratese ingenti fondi focalizzati sullo sviluppo economico dell’area. Fondi che si andranno ad aggiungere a quelle ordinariamente utilizzabili, aumentando il loro impatto positivo. “ Il Mise dovrebbe esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento dell’istanza approvata dalla Regione Marche. C’è da augurarsi che da Roma non facciano altri problemi, Governo o non Governo. Perché altrimenti anche per il distretto calzaturiero , come per quello del bianco , il futuro sarà molto complicato.