Castignano (Ap).- Quanto materiale si usa per fabbricare un dispositivo elettronico o un elettrodomestico? Da dove vengono questi materiali e quante emissioni di CO2 derivano dalla loro estrazione? Eppoi quanti km deve percorrere ciascun materiale per arrivare alla fabbrica e poi il dispositivo per arrivare al negozio?
A queste e altre domande hanno cercato di rispondere oggi i ragazzi della classe terza della scuola secondaria inferiore di Castignano che, dopo aver incontrato Rossano Ercolini qualche settimana fa, hanno deciso di approfondire con Marche a rifiuti zero il tema delle terre rare che così da vicino interessa la tecnologia e i suoi apparati. All’inizio i ragazzi descrivono la tecnologia in modo assolutamente positivo…ma è davvero così?
Per fabbricare un computer si utilizzano 1,7 tonnellate di materiali, compresi 240 chili di combustibili fossili, ma anche l’utilizzo di questi dispositivi ha un forte impatto ambientale: Internet da sola utilizza il 10% dell’elettricità mondiale e rispetto a dieci anni fa inquina sei volte di più, con un monte emissioni che eguaglia oggi quello dell’intero traffico aereo internazionale.
“Due ricerche online – sostiene Marche a Rifiuti Zero – rilasciano anidride carbonica al pari di una teiera d’acqua portata a ebollizione, mezz’ora di streaming emette quanto dieci chilometri percorsi in automobile, mentre un solo ciclo di training linguistico di un algoritmo arriva invece a inquinare come cinque automobili termiche lungo il loro intero ciclo di vita. Complessivamente, i consumi energetici dell’intelligenza artificiale raddoppiano ogni 3,4 mesi, e per risolvere in pochi secondi il cubo di Rubik a un algoritmo serve l’elettricità prodotta in un’ora da tre centrali nucleari.”
Queste tecnologie dipendono da materiali di cui il nostro paese è privo. L’estrazione e produzione di materie prime critiche produce nei paesi esteri, come Cina e Congo, inquinamento di aria, acqua e suolo. Si parla anche di sfruttamento minorile, enormi sprechi nella produzione e accaparramento di terre (land grabbing).
Tali effetti collaterali cesserebbero con il recupero di questi materiali dai nostri dispositivi RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e dal futuro impiego di un materiale rivoluzionario chiamato grafene. Le buone notizie?
Sono già diverse le imprese italiane che recuperano metalli preziosi da telefoni, PC e che investono sullo studio del grafene.
I ragazzi e i professori di Castignano si sono impegnati a realizzare un laboratorio sulla composizione, il ciclo di vita e il riciclo dei dispositivi elettronici e delle apparecchiature elettriche ed elettroniche in generale, cosiddette Aee che quando diventano rifiuti sono denominati Raee, cioè rifiuti da Aee.