“La mia attività in Parlamento nell’ultima legislatura si è concentrata in alcuni ambiti della vita economica e sociale in particolare per la “tutela” di cittadini, famiglie, imprese e territori colpiti dalla crisi iniziata nel 2008, affiancata alla “promozione” di nuovi impulsi in quei settori, che possano consentire al Paese di recuperare sviluppo sostenibile e duraturo per risalire la classifica europea.” Lo afferma la senatrice uscente Anna Bonfrisco, candidata per la Lega al Senato nel collegio uninominale Marche Nord.
“Tale attività – sottolinea la Bonfrisco – si è realizzata attraverso la presentazione di proposte di legge e numerosi emendamenti alle leggi di stabilità, poi di bilancio, e ad altri provvedimenti che, molte volte, hanno trovato accoglimento, anche solo parzialmente. In ambito fiscale, le proposte hanno sempre puntato a definire un sistema improntato al riconoscimento del primato del contribuente sullo Stato, costruito su regole più semplici e certe e finalizzato alla drastica riduzione dell’ormai insostenibile pressione generale, necessario al conseguimento di obiettivi di crescita e di maggiore equità sociale. Tra questi l’inserimento nella Costituzione di un limite massimo alla pressione fiscale per cittadini ed imprese, la sostituzione della tassazione del reddito personale con un modello basato sul “quoziente familiare”, a vantaggio delle famiglie, la riforma dell’attuale sistema fiscale, mediante l’introduzione di una flat tax sostitutiva, nell’immediato, dell’IRPEF e, nel tempo, di altre imposte come IRES e IRAP.”
Quanto al sostegno alle aziende e libere professioni, l’attività della senatrice ha puntato “alla semplificazione ed alla sburocratizzazione delle incombenze tributarie e contributive. Dalla riduzione del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti e assimilati all’esenzione del regime IMU anche per i macchinari imbullonati ed i terreni agricoli, dal superamento degli studi di settore, alle misure volte alla diffusione delle società tra professionisti, ostacolata dall’assenza di un regime tributario chiaro, fino alla introduzione di un’opzione tra regime ordinario e quello già previsto per le srl ed alla deducibilità dei costi per la formazione. Eppoi l’equiparazione dei professionisti alle pmi per l’accesso ai fondi strutturali europei.”
Sul fronte della tassazione immobiliare, il lavoro è stato orientato alla ” necessità di rivedere l’attuale tassazione non solo in funzione di tutela del risparmio in questa forma, ma per liberare risorse, per esigenze di crescita del Paese, dati i riflessi negativi che l’eccessivo carico fiscale sul settore genera e che riverbera sull’intera economia. Obbiettivi la soppressione imposta di registro, la “cedolare secca” anche per i nuovi contratti di natura commerciale, la sostituzione dell’attuale modello di fiscalità locale, con una unica tassa, la service tax, a carico da chi riceve i servizi offerti dal Comune, che incidono sul valore degli immobili, l’innalzamento della quota di esenzione dei redditi da locazione ai fini IRPEF, le nuove forme contrattuali per favorire la compravendita immobiliare, come il cosiddetto “buy back engage”. In materia di imposizione indiretta, la d eduzione forfetaria in favore degli esercenti impianti di distribuzione carburanti e la possibilità per i creditori nelle procedure fallimentari di recuperare totalmente quanto vantato a titolo di accisa ”
In materia di credito e risparmio l’attività è stata indirizzata verso la realizzazione della riforma delle banche popolari. “Le mie proposte – afferma Bonfrisco – hanno sempre voluto contrastare i guasti che avrebbe prodotto la riforma Renzi obbligando alla trasformazione in spa delle banche popolari; una riforma semplicistica che non modernizza affatto il sistema bancario, ma ne limita le potenzialità e le espone alla speculazione finanziaria, mentre sarebbe necessario tutelare le banche di territorio, il credito cooperativo, ricchezza storica e patrimoniale del sistema bancario italiano. Sappiamo tutti come è andata a finire: nel giro di due anni interi territori hanno perso il loro sistema del credito locale e tutto il valore delle azioni dei risparmiatori.”
La senatrice uscente della Lega, ha poi presentato la proposta di legge per l’istituzione di un Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario. L’iniziativa si è concentrata “nel fare luce sulla gestione degli istituti di credito in crisi e sui controlli approntati dalle istituzioni preposte a garanzia dei risparmiatori che avevano affidato, perdendoli, i propri risparmi a quelle banche. Essa , attraverso anche una mozione approvata dal Senato, ha consentito l’accesso alle prestazioni del Fondo di solidarietà creato per indennizzare coloro che detenevano strumenti subordinati della Banca popolare dell’Etruria e delle altre tre banche poste in liquidazione e, nel contempo, prevedere l’interdizione dai pubblici uffici per gli amministratori di tali istituti creditizi destinatari di azione di responsabilità promossa dai liquidatori degli stessi istituti ed accolta dal giudice. Riguardo alle banche venete successivamente poste in liquidazione – continua Bonfrisco- le iniziative da me intraprese intendevano prevedere il diritto al rimborso anche per i piccoli azionisti vittime di opache pratiche commerciali adottate nella vendita di titoli, nonché evitare che gli indennizzi ottenuti dai risparmiatori a seguito di accordi transattivi potessero essere oggetto di azione revocatoria da parte dei liquidatori di tali istituti.” Sulla questione del rating bancario, l’attività è stata poi mirata “alla necessità di ampliare la tutela dei risparmiatori attraverso l’individuazione di appositi strumenti in grado di fornire l’informazione sulla gestione degli istituti di credito la più esaustiva, trasparente, comprensibile ed accessibile a tutti. Eppoi a individuare misure volte a superare la disciplina del bail-ine la sua applicazione al contesto nazionale, in particolare con riferimento al meccanismo che prevede l’applicazione retroattiva anche agli investimenti operati dai piccoli risparmiatori.”
Nel settore del mercato e della concorrenza, l’impegno al Senato è andato in direzione dell’approvazione del rating di legalità per le imprese , e quanto alle concessioni demaniali colpite dalla direttiva europea Bolkestein, verso misure volte a garantire, nel rispetto dei principi di concorrenza, l’esercizio e la valorizzazione delle attività imprenditoriali ed a tutelare gli investimenti effettuati, anche con riferimento alle concessioni diverse da quelle turistico ricreative. Attività necessarie a gestire una ricchezza del nostro Paese, promuovendo il riordino ed il migliore utilizzo, nel rispetto di tutti gli interessi pubblici e privati coinvolti, di una particolare categoria di beni pubblici strettamente legata alla vocazione turistica dei diversi territori ed alle loro specificità culturali. Come ha fatto la Spagna. ” Rilevante anche il lavoro nell’ambito dei trasporti e della logistica ( norme per il rilancio dell’intermodalità ) e delle politiche sociali.In relazione al tema della sicurezza , le proposte hanno puntato alla prevenzione e controllo del territorio, mediante “l’aumento della dotazione organica mediante il reclutamento e l’assunzione nel triennio di nuovo personale, nonché la assegnazione di maggiori risorse finanziarie, derivante da risparmi di spesa ovvero dalla destinazione di quota dell’imposta sul reddito delle persone fisiche(5xmille). Eppoi
a misure volte alla prevenzione ed al contrasto dell’immigrazione clandestina e del traffico degli esseri umani che prevedono la dichiarazione dello stato di emergenza, necessario a gestire il fenomeno come evento emergenziale, destinato ad azzerarsi. Nonchè il blocco dei flussi degli immigrati alla partenza anche mediante la creazione di centri di prima accoglienza nei Paesi del Nord Africa per provvedere in quei luoghi alle richieste di asilo, con conseguente divieto di sbarco sulle coste italiane. A questo sono da aggiungere la promozione di accordi bilaterali con i Paesi di origine per i rimpatri; la richiesta all’UE di predisporre piani di miglioramento delle condizioni di vita nei luoghi di origine dei cosiddetti immigrati economici che, ad oggi, non hanno titolo ad entrare nell’UE, il ripristino del reato di immigrazione clandestina, analogamente a quanto accade già in altri Paesi europei, e a potenziare il contrasto al traffico di esseri umani; infine il ripristino del sistema dei flussi e del permesso di soggiorno ottenuto in presenza di un contratto di lavoro.”