Ancona 16 settembre.- Da alcuni giorni, in molte realtà delle Marche, si sono riaperti gli asili nido ma non tutti i bambini e le bambine potranno accedervi perché solo a un bambino su quattro viene garantito il diritto di frequentare un asilo nido. Una situazione che rappresenta una vera e propria emergenza.
Secondo gli ultimi dati dell’Istat, nella regione ci sono 36.632 bambini e bambine dai 0 ai 2 anni, a fronte dei quali i posti disponibili in asili nido, micro nidi o sezioni primavera, pubblici o privati sono 8.796. Ciò significa che solo il 24,4%, ovvero meno di un bambino su quattro, può usufruirne mentre ben 27.836 bambini e bambine sono esclusi dal circuito.
“Un dato notevolmente inferiore a quello dell’Umbria o della Toscana e che fa delle Marche il fanalino di coda di tutte le altre regioni del Centro – sostiene il segretario Cgil Marche, Daniela Barbaresi -. Una situazione che riempie di amarezza soprattutto se si pensa che, in passato, la nostra Regione si era dotata di una delle normative più innovative a livello nazionale come la Legge 9/2003. Uno scenario preoccupante perché gli asili nido rappresentano una fondamentale occasione educativa e di socialità ed è per questo che devono essere garantiti a tutti”.
Ai dati sui nidi marchigiani, si aggiungono 833 posti nei servizi integrativi per la prima infanzia (spazio gioco, servizio in contesto domiciliare, centro bambini genitori) che portano l’offerta complessiva a 9.629 posti (26,7% dei bambini con 0-2 anni), comunque insufficiente rispetto al potenziale bacino di utenza e ben al di sotto di quel 33% che l’Unione Europea si era data come obiettivo da raggiungere entro il 2010.
Complessivamente, nelle Marche, l’Istat ha censito 379 servizi socio-educativi per la prima infanzia di cui 179 a titolarità pubblica e 200 a titolarità privata, con il pubblico che garantisce 5.861 posti (pari al 60,9% del totale) e il privato 3.768 (39,1%).
Delicata anche la situazione del costo dei nidi. Dopo il Veneto, le Marche sono la regione con la più alta percentuale di compartecipazione ai costi richiesta agli utenti a livello nazionale, pari al 25,9% della spesa complessiva. Ciò è dovuto soprattutto ai bassi livelli di spesa media per utente a carico dei comuni: 4.354 euro per utente, ben al di sotto dei 6.542 euro medi a livello nazionale o anche ai 6.306 euro dell’Umbria o ai 5.385 euro della Toscana.
La quota pagata dalle famiglie per l’asilo nido è mediamente di 1.525 euro a bambino, sostanzialmente in linea con la media nazionale; tuttavia, a causa del peggioramento delle condizioni economiche e lavorative delle famiglie, per molti le rette sono insostenibili e sempre più spesso condizionano la scelta di affidamento dei bambini ai nidi.