Fabriano (An).- A cosa serve chiudere la stalla dove che i buoi sono scappati ? Cgil e Uil hanno promosso per il 29 novembre uno sciopero generale, con manifestazione da tenere a Fabriano.
La città è stata scelta come luogo “simbolo della deindustrializzazione”. L’inizitiva naturalmente ha scopi di protesta e di rivendicazione lavorativa e occupazionale, visto l’ennesimo rischio di chiusura di uno stabilimento a Melano ( in crisi oggi la Beko Europe, prima Whirpool (Usa) e prima ancora Indesit-Merloni).
Ma anche obiettivi sindacali e politici più ampi, dato che i promotori nella locandina dello sciopero parlano di necessità di “cambiare la Manovra di bilancio, investire nelle politiche industriali, aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, scuola e servizi pubblici”.
Tutti comparti questi che già da 20 anni, e forse più invece sono stati depotenziati. Da tutti i Governi nazionali e da tutte le giunre regionali, chi più chi meno. Certo l’attuale Esecutivo Meloni e la Giunta Acquaroli non brillano per impegno nell’invertire queste tendenze, considerate forse una causa persa.
Ma di sicuro il trend che ha portato alla deindustrializzazione del distretto di Fabriano – troppo legato alla sola produzione degli elettrodomestici- è iniziato molto tempo fa, e non è certo responsabilità delle istituzioni attuali. Ripetere stancamente riti di protesta sterili e superati come quelli in programma il 29 novembre – e che come spesso accade in Italia, da anni di generale non hanno nulla – non aiuta ne i lavoratori ( operai…) rimasti nelle fabbriche ne i territori e tantomeno i distretti a rilanciarsi. Perchè sindacati, partiti e associazioni che quei lavoratori – migliaia e migliaia solo nel fabrianese – dovevano difenderli non lo hanno fatto prima ?
mt