Fisco vorace. Confprofessioni Marche : “Addizionali Irpef in costante aumento, record Ancona”

Ancona 22 febbraio.- “Le addizionali Irpef sono una tassazione occulta , non evidente ma in costante aumento negli ultimi anni, anche nelle Marche.” É quanto afferma Confprofessioni, in base ad un rapporto realizzato dall’Assemblea dei presidenti regionali e dall’Osservatorio delle libere professioni insieme al Il Sole 24 Ore, su dati del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef).
In particolare, è stato elaborato un “super-indice” che somma le addizionali Irpef regionali e comunali: una nuova misura che consente di vedere con maggiore immediatezza il peso fiscale di tali aliquote. Osservando le Marche, tra il 2012 e il 2016, nella gamma dei 111 capoluoghi di provincia italiani che va da Roma (la più “tartassata”, al primo posto) a Bolzano (dove le addizionali sono diminuite di più), Ancona è ben oltre la metà alta della classifica dei comuni con maggiore aumento delle addizionali: per incremento dell’imposta media pro capite, scende dal 35° al 45° posto, ma fa registrare comunque un aumento del 1,94%, dai 443,97 euro del 2012 ai 452,60 euro del 2016.

Anche Macerata è vicina alla parte più “tartassata” della graduatoria: passa dal 54° al 66° posto ma il “super-indice” è in crescita (del 2,15%), da 409,12 euro a 417,92 euro a testa. Imposta media pro capite un po’ meno gravosa per Pesaro, Ascoli Piceno e Urbino, rispettivamente al 81°, 82° e 83° posto ma pur sempre con una maggiore tassazione locale nei cinque anni analizzati (del 4,76% a Pesaro, 3,03% ad Ascoli Piceno e 3,43% a Urbino), con addizionali Irpef regionale e comunali che, insieme, si avvicinano ai 400 euro a testa. La città con le addizionali locali più basse è Fermo (al 95° posto nel 2016, 90° nel 2012): anche in questo caso, però, c’è stato un incremento sensibile dell’imposta media pro capite (del 4,68%, dai 336,19 euro del 2012 ai 351,92 del 2016).

“Queste dati – sostiene Confprofessioni- confermano una pressione fiscale che non aumenta in modo così vistoso da un anno ad un altro ma che, al tempo stesso, è altrettanto pesante, per quanto sia “spalmata” nel medio e lungo periodo. In Italia, infatti, le addizionali rappresentano una tassa “occulta” da 17 miliardi di euro: tra il 2006 e il 2016 si è registrato un incremento monstre di oltre l’82%. Ancor più rilevante il dato sull’addizionale comunale, che, in termini di ammontare, segna una crescita record del 181,9%, dai circa 1,68 miliardi nel 2006 ai circa 4,75 miliardi nel 2016. E gli enti locali sono pronti a “battere cassa”: la legge di Bilancio 2019, infatti, non conferma il blocco delle aliquote di addizionali comunali e regionali Irpef ed è possibile che comuni e regioni, entro marzo, decidano per un ulteriore aumento”.

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