Ancona.- Un forum per studiare le strategie di rilancio dell’economia marchigiana. E’ quello promosso dall’Istituo Adriano Olivetti di Ancona, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e la Fondazione Merloni. e che si terrà il 6 e 7 ottobre alla Facoltà di economia Giorgio Fuà, presso l’ateneo dorico.
Il Monteconero Adriatic Economic Forum (MAEF) ha l’obiettivo di creare nelle Marche e nel Centro Italia una concreta occasione di confronto e scambio di idee, progetti, linee di politica economica e di politica industriale che possano fare invertire la rotta della nostra regione e farla tornare ad essere tra le più avanzate in Italia ed in Europa. L’edizione 2023 dell’iniziativa è organizzata in tre sezioni.
La mattina di venerdi 6 ottobre è previsto un focus su “Mondo, Europa e Italia”, mentre nel pomeriggio il dibattito verterà solo sulla situazione delle Marche. Sabato 7 ottobre poi, il focus sarà su Geopolitica e Geoeconomia, con particolare attenzione all’Europa del Sud Est e al Nord Africa.
Ma come è arrivata l’economia italiana alla situazione di questo 2023?
“La situazione dell’ultimo triennio è stata determinata in modo rilevante- sostine l’ISTAO- oltre che dal Covid e dal dopo-Covid, dalla bolla speculativa partita dal prezzo del gas sul mercato TTF di Amsterdam, manifestatasi ancor prima dell’aggressione russa all’Ucraina, che ha poi rafforzato tale andamento.
La bolla speculativa sul prezzo del gas e dell’energia ha, infatti, alimentato un poderoso rimbalzo dell’inflazione che, a sua volta, ha indotto la BCE ad aumentare i tassi di interesse. Queste dinamiche hanno determinato un “costo” per l’economia italiana che si è tradotto sia in minore crescita e occupazione sia in aumento del deficit pubblico. Si aggiunga che l’impatto del bonus 110%- prosegue l’Istituto- secondo le recenti analisi della Banca d’Italia, ha sostenuto l’economia in misura inferiore rispetto al costo che si è evidenziato ex-post in termini di finanza pubblica, dovuto ad uno stock di crediti di imposta che appare non facile da riassorbire.”
La sintesi dell’analisi effettuata dal Centro Studi Economia Reale, tramite il XVIII rapporto di previsione 2023-2028, presentato in occasione del MAEF, mette in evidenza tali dinamiche e quantifica il costo in termini di minore crescita 2021-2023 dell’economia italiana: minore PIL, minori posti di lavoro e maggiore deficit.
Se questa è un’analisi degli ultimi tre anni, sulle stime di previsione per l’economia italiana fino al 2028 pesano anche l’andamento dell’economia mondiale, il rallentamento della crescita dell’Unione Europea, in particolare la recessione in atto in Germania, e la frenata monetaria attuata dalla BCE a fronte della bolla inflazionistica.
Nel Rapporto del Centro Studi Economia Reale si propongono due ipotesi. “La prima – ricorda ISTAO- è una forte e strutturale riforma fiscale, pari a 60 miliardi di euro, che impatti sulle famiglie e sulle imprese in maniera sostanziale. Nel primo caso con una riduzione dell’IRPEF coraggiosa e nel secondo caso con sgravi per azzerare l’IRAP o ridurre il cuneo contributivo.
La seconda ipotesi prevede un incremento massiccio di investimenti pubblici per aumentare la Produttività Totale dei Fattori ed innalzare il potenziale di crescita del sistema economico. Un programma di 60 miliardi dedicato alle infrastrutture . Su entrambe le ipotesi andrebbe anche considerato l’impatto fondamentale e necessario di tre riforme strutturali: quella della concorrenza e del mercato, quella della giustizia e quella della pubblica amministrazione.”