Jesi (An).- Con una lettera inviata ai Comuni, all’Asp Ambito 9, ai Servizi Disabilità del Distretto di Jesi e ai Centri privati convenzionati il Gruppo Solidarietà ha posto all’attenzione il tema della frequenza dei centri estivi da parte dei minori con disabilità. Il Gruppo segnala come con la fine dell’anno scolastico sono già arrivate alla associazione richieste di informazioni da parte di famiglie con figli disabili per capire come poter accedere alle opportunità ludico ricreative.
“Ci si trova in genere in queste situazioni – sostiene il Gruppo Solidarietà : quando le famiglie chiedono di poter usufruire per i propri figli di queste opportunità viene richiesto (nella maggioranza dei casi) che il bambino sia accompagnato da un proprio educatore pena l’impossibilità di iscrizione per inidoneità degli spazi e di personale .
A questo punto le famiglie possono ricorrere al servizio educativo privato (sostenendo altissimi costi orari), accordarsi con il centro estivo per una frequenza settimanale parziale, oppure rinunciare. Oppure, si può verificare – aggiunge il Gruppo- infatti che l’ente accetti l’iscrizione del bambino disabile affiancandolo a un animatore/educatore interno ma, in questo caso, con la richiesta di una maggiorazione della quota di iscrizione.”
Naturalmente, a fronte delle difficoltà la via più semplice potrebbe apparire quella di aderire a proposte di enti privati che allestiscono centri estivi per disabili. Ma sarebbe giusto che gli stessi minori che fino a pochi giorni prima frequentavano la scuola di tutti dovrebbero accedere, come i loro compagni, ai centri estivi di tutti.
Il Gruppo Solidarietà ritiene necessario che vengano promosse attività inclusive evitando condotte discriminatorie, sanzionabili ai sensi della legge 67/2006 – “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazion”, come nel caso in cui vengono richiesti costi aggiuntivi per l’accoglienza del minore con disabilità.