Continua la battaglia politica sull’emergenza rifiuti nel Piceno. Il comitato di coordinamento dell’ATA ha deciso che fino al termine dell’anno i rifiuti dell’ascolano verranno stoccati nelle discariche fermane. La notizia ha scatenato subito la reazione del sindaco di Ascoli, Guido Castelli che parla di “batosta inflitta dal Partito Democratico ai contribuenti Piceni. Il prezzo di questa improvvida scelta – sostiene Castelli- sarà salatissimo: 30 euro in più a tonnellata rispetto a quanto pagavamo sinora. Fatti i conti si tratta di un aggravio che sfiora il milione di euro in più per tutti i cittadini del comprensorio”.
Per il sindaco del capoluogo piceno si tratta di “soldi buttati dalla finestra visto che il recupero volumetrico proposto da Ascoli Servizi Comunali (e convalidato dall’Arpam) avrebbe consentito di abbattere i costi di conferimento in maniera straordinaria. 13 euro a tonnellata (nel sito di Relluce) in luogo dei 100 euro a tonnellata (nel fermano). A questo si aggiungano – prosegue Castelli – le gravi difficoltà di pagamento che sta incontrando l’ATA rifiuti rispetto ai rapporti pregressi tra Picenambiente (gestore del servizio) e Asite (società fermana che sino a l’altro ieri ha smaltito i nostri rifiuti). Tutte conseguenze – è convinto il sindaco – della gestione dell’ex Presidente della Provincia D’Erasmo che ha lasciato una pesante eredità al suo successore.”
Per il momento il nuovo presidente Sergio Fabiani , sempre del Pd come D’Erasmo, non si esprime e rimane “coperto”. Ma per Castelli “la decisione di non andare da subito a Relluce e di accettare l’incremento dei costi è già tutta sua.” Il sindaco attacca anche la Regione Marche, per i ritardi nei pagamenti che sarebbero all’origine delle difficoltà di cassa dei Comuni e quindi delle “criticità sollevate da Picenambiente”. L’ente regionale sarebbe anche indietro di 5 mesi nei versamenti dei contributi per il trasporto pubblico, al Comune di Ascoli.