Dal Movimento No Green Pass e dal Comitato Liberi Cittadini Piceni riceviamo e volentieri pubblichiamo :
Ascoli. “Chi tutela oggi i lavoratori, dopo il tradimento dei sindacati confederati e l’atteggiamento del
nostro governo? Nel totale vuoto delle istituzioni, i cittadini si elevano in autotutela.
Sonia Arina, portavoce del Comitato Liberi Cittadini Piceni e del Movimento #NOGREENPASS
#NONTOCCATEIMINORI #MARCHE #ABRUZZO informa i cittadini e le rappresentanze locali che
da lunedì 21 a mercoledì 23, dalle ore 11 alle ore 13, in Ascoli Piceno, Piazza Ventidio Basso, i
Liberi Cittadini Piceni, consapevoli della drammatica compressione dei diritti fondamentali che la
nostra Repubblica sta subendo ad opera di un governo non più rappresentativo del popolo, ma
completamente piegato agli interessi del capitale finanziario, hanno convocato una conferenza
stampa per interrogarsi sul tema della tutela dei diritti del lavoro.
L’ obbligo vaccinale ha colpito prima i sanitari, poi i dipendenti, le forze dell’ordine e gli
insegnanti ed ora, gli over 50. La scelta di non vaccinarsi – per le più svariate motivazioni etiche,
sanitarie o di ragionevolezza – costa, ai soggetti disobbedienti, la sospensione dal proprio rapporto
professionale sino all’acquisizione dei requisiti stessi e comunque non oltre il 15 giugno prossimo,
senza emolumento o compenso alcuno.
Lo Stato spaccia questo scempio come necessità dettata per la tutela del bene comune!
Il diritto al lavoro è un diritto fondamentalissimo, continua la portavoce, insuscettibile di essere
compresso, o condizionato o attenuato per altre finalità.
Tiziana Alterio, Sonia Arina ed Eugenio Miccoli
Il lavoro è finalizzato a garantire al cittadino lavoratore una vita libera e dignitosa, diritto umano
inviolabile, che la Repubblica è tenuta a riconoscere e garantire. Qualsiasi norma che miri a
tutelare la salute individuale e collettiva deve sempre essere prevista e attuata fermo restando
l’intangibilità di questo diritto e il suo libero esercizio.
Ma Sonia Arina sottolinea diversi i profili di sospetta illegittimità e ne pone in evidenza due:
l’ossimoro giuridico obbligo-consenso ed il chiaro dettato normativo dell’art. 32 della Costituzione
che impone alla legge di non violare “in nessun caso i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
L’esistenza di un “obbligo”, spiega la portavoce, non dipende dalla nomenclatura normativa o dalla
natura della sanzione, quanto piuttosto dalle conseguenze previste per l’inosservanza, poiché
l’assoggettamento di un individuo ad una prestazione qualsiasi, tanto più sanitaria, per vedersi
concesso l’esercizio di diritti ed il godimento di quanto di più dignitoso e caro possa avere – la
famiglia, il lavoro e la convivenza sociale –, costituisce un obbligo in senso stretto.
“Ci sembra evidente, dice Sonia Arina, che non basta il richiamo “all’interesse collettivo” per
superare l’inviolabilità dell’habeas corpus, senza la completezza di dati empirici, a salvaguardia
della salute individuale, messa perciò in pericolo, potenziale, presunto o astratto, dall’assunzione
coatta di farmaci che non hanno ancora terminato la fase di farmacovigilanza sugli effetti a medio e
lungo termine.
Siamo fermamente contrari all’imposizione di un vile ricatto ai cittadini lavoratori, e sottolineiamo
l’incostituzionalità di questi provvedimenti. In assenza di una qualunque garanzia di tutela da parte
dello Stato, ed in presenza di un livello di compressione del diritto che ha superato la soglia
dell’accettabilità, i cittadini hanno il diritto ed il dovere di elevarsi in autotutela a difesa dei diritti
naturali inalienabili.
Conclude la portavoce: “Vorremmo porre alcune domande alle rappresentanze dei sindacati
confederati, che hanno permesso la distruzione dei diritti del lavoro conquistati in decenni di lotte
accese che hanno visto studenti e lavoratori solidali, e vorremmo sentire delle risposte.
I requisiti necessari ad ottenere il Super Green Pass sono previsti dalla contrattazione collettiva?
Sono requisiti che valgono per tutti i lavoratori?
La conseguenza sanzionatoria della sospensione senza compenso risponde ai criteri
di ragionevolezza e proporzionalità, considerando che neanche una sospensione disciplinare fa
perdere lo stipendio? Ed è corretto che il mancato possesso del Super Green Pass conduca alla
perdita del reddito, se deriva dall’assenza di una malattia o da una condotta indipendente dal
concreto svolgimento del rapporto lavorativo?
La verifica del Super Green Pass inoltre è demandata dal D.L. n.1/2022 al datore di lavoro; quindi,
la legge assegna al datore una forma neanche mascherata di sorveglianza dei dati sanitari dei
propri dipendenti, che potrà condurre a successive e future discriminazioni, nel sonno di un
Garante della Privacy.
La portavoce conclude: “Alziamo il capo e ricordiamoci che condizionare il lavoro, nella sua
dimensione di diritto, ad un pass concesso dal governo, risulta essere in diretto contrasto con i
primi quattro decisivi articoli della Carta Costituzionale della nostra Repubblica, che proprio sul
lavoro dichiara solennemente di fondarsi. Ed ha un sapore antidemocratico di oscura memoria”