Ancona.- Venerdì 27 agosto alle ore 18.30 nella Corte della Mole di Ancona è in programma la presentazione della campagna di Amnesty International Italia “#IoLoChiedo. Perché il sesso senza consenso è stupro”. All’evento, organizzato da Amnesty Ancona, interverranno: Emma Capogrossi, assessora comunale alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità; Tina Marinari, coordinatrice Campagne di Amnesty International Italia, e Paola Di Nicola, giudice del Tribunale Penale di Roma e autrice del libro “La mia parola contro la sua”.
Dal 27 agosto e fino al 5 settembre nella Sala Vanvitelli (all’interno degli spazi dedicati a Frame – Ancona Foto Festival) sarà inoltre visitabile la mostra “What were you wearing? Com’eri vestita?”, un percorso attraverso gli stereotipi che colpevolizzano le vittime di stupro. Curata dall’Associazione Libere Sinergie, la mostra punta a sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne partendo da uno dei pregiudizi più diffusi, secondo il quale la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. L’esposizione raccoglie 17 storie di abusi poste accanto agli abiti che rappresentano in maniera fedele l’abbigliamento della vittima al momento della violenza.
Con questa Campagna Amnesty chiede un cambiamento a livello legislativo e una forte spinta anche sul piano culturale, perché sia chiaro che il sesso senza consenso è uno stupro. “In Italia il codice penale – sostiene Amnesty- fa riferimento ad una definizione di stupro basata esclusivamente sull’uso della violenza, della forza, della minaccia di uso della forza o della coercizione. Senza alcun riferimento al principio del consenso, previsto invece dall’articolo 36 della Convenzione di Istanbul, ratificata dal nostro paese nel 2014. L’introduzione del principio del consenso nella legislazione italiana contribuirebbe a garantire il pieno accesso alla giustizia alle vittime di violenza sessuale.”
Nella foto : Tina Marinari