Jesi (An). – La consigliera regionale Linda Elezi ha presentato un’interrogazione sull’impianto Edison per il trattamento dei rifiuti pericolosi e non alla Zipa di Jesi calendarizzata per la seduta del Consiglio regionale di martedì 6 agosto. All’assessore regionale all’Ambiente cui chiede se e quali iniziative si intenda adottare per quanto di competenza e in raccordo con gli enti locali, perché ai fini autorizzativi si tenga conto non solo delle caratteristiche e delle performances attese dall’ impianto, ma anche dell’area e della comunità su cui andrebbe ad impattare negativamente con peggioramento della qualità della vita.
Basti pensare all’incompatibilità tra la qualifica di azienda insalubre e un’area fortemente antropizzata come quella della Z.I.P.A. dove, a ridosso del civico 7 dove sarebbe in funzione, in via dell’Industria 5 è attiva una mensa che fornisce pasti alle scuole cittadine.
“La richiesta di P.A.U.R. (Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale) all’impianto ci obbliga, per il rispetto e la tutela della salute dei cittadini, a fare scelte di indirizzo che non siano solo legate ad aridi parametri tutti da verificare sul campo visto che sarebbe il primo impianto delle Marche in grado di produrre” materia end of waste di qualità da utilizzare nell’edilizia e settori affini dal riciclo di rifiuti a matrice complessa quali i terreni contaminati” – evidenzia la consigliera Elezi – e che Edison, alla voce effetti positivi del progetto annovera (testuale) “la migliore e corretta gestione dei rifiuti sia a livello provinciale che regionale” segnalando che “il progetto rappresenta, ad avviso del proponente una opportunità per il territorio visto anche la presenza nella regione di più di 1100 siti contaminati censiti”.
Nel corso del consiglio comunale aperto tenutosi a Jesi lo scorso 18 luglio erano cadute nel vuoto le richieste di chiarimenti sulle contraddizioni che la consigliera regionale Elezi aveva segnalato e che confermano come Jesi diventerebbe la centrale di smaltimento di rifiuti pericolosi come minimo di tutte le Marche.
“Edison si impegna a non superare un tetto massimo di rifiuti trattati inferiore alla capacità del sito a pieno regime, però in alcuni documenti integrativi richiesti per le autorizzazioni dichiara testualmente che “alcuni macchinari per poter garantire opportuni standard qualitativi devono forzatamente garantire elevate produzioni” per una “agevole gestione dei processi senza particolare stress dell’impianto e delle risorse umane impiegate garantendo, di conseguenza, un compromesso tecnico ed economico” – spiega la consigliera regionale – Quanto ai pericoli nella dispersione dei rifiuti e dei loro residui di lavorazione è la Edison a farne un nutrito elenco per quanto riguarda le acque reflue e il conferimento delle polveri al silos i cui livelli di pericolosità non sarebbero nemmeno riscontrabili dall’Arpa per l’incompatibilità tra i tempi di conferimento e quelli di monitoraggio”.
Conclude Elezi : ” L’inopportunità di autorizzare Edison a realizzare una piattaforma per il recupero e trattamento di rifiuti pericolosi alla Zipa di Jesi è conclamata, ma l’amministrazione Fiordelmondo fa orecchie da mercante e, invece di dire un doveroso no, convoca tavoli e comitati ricorrendo alla democrazia di facciata per giustificare una decisione che ha già preso. La Regione, che sta lavorando al nuovo piano dei rifiuti, deve entrare nel merito della questione dal momento che non solo i cittadini di Jesi e dei comuni limitrofi, ma anche alcuni tecnici hanno manifestato una documentata e sacrosanta contrarietà”.