“In nome del padre” , morto… Recalcati e Perrotta in scena al Teatro comunale Porto S.Giorgio, sabato 15

– Il nuovo spettacolo di Mario Perrotta «In nome del padre», scritto con la consulenza alla drammaturgia dello psicanalista Massimo Recalcati è in scena in anteprima sabato 15 dicembre al Teatro Comunale di Porto S.Giorgio nel cartellone realizzato da Comune e AMAT con il contributo del MiBAC e Regione Marche.

Interamente scritto e diretto da Perrotta, “In nome del padre” nasce da un intenso confronto con Recalcati, che alle relazioni familiari ha dedicato gran parte del suo lavoro. Prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano, con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli e l’aiuto di Donatella Allegro, i costumi di Sabrina Beretta, le musiche di Giuseppe Bonomo e Mario Perrotta, lo spettacolo è il primo delle tre tappe del progetto “In nome del padre, della madre, dei figli 2018-2020”.

Scrive Perrotta nella presentazione: «Un padre. Uno e trino. Niente di trascendentale: nel corpo di un solo attore tre padri diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa. Sulla scena li sorprendiamo ridicoli, in piena crisi di fronte al “mestiere più difficile del mondo”. I figli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di altrettanti dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, si ritrovano nudi, con le labbra rotte, circondati dal silenzio. E forse proprio nel silenzio potranno trovare cittadinanza le ragioni dei figli.”

Eppoi aggiunge : “Ho bisogno di ragionarci a fondo attraverso gli unici strumenti che riconosco miei – la ricerca drammaturgica, la scrittura, la messa in scena, l’interpretazione. Per questo – continua il regista – chiamo Recalcati, gli racconto tutto e Massimo mi dice di sì, che gli piace e che faremo il progetto insieme. E mi viene in mente che un padre si sostanzia nel suo confronto – anche mancato – con la madre e che essi, padre e madre, sono tali solo perché di fronte a loro esistono, inflessibili, i figli. Eccolo qui tutto d’un tratto il prossimo lavoro: prima un solo spettacolo, ma nel tempo di un pomeriggio è già una trilogia.”

«Il nostro tempo – sottolinea Massimo Recalcati nella nota – è il tempo del tramonto dei padri. Ogni esercizio dell’autorità è vissuto con sospetto e bandito come sopruso ingiustificato. I padri smarriti si confondono coi figli: giocano agli stessi giochi, parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo. La differenza simbolica tra le generazioni collassa. Il linguaggio dell’arte può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità, sia il difficile transito verso un’altra immagine, più vulnerabile ma più umana, di padre».

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