La Camorra nei cantieri della ricostruzione ? Cgil Macerata e operai all’Ispettorato del Lavoro

Macerata 7 febbraio.- La Camorra è già entrata nei cantieri della ricostruzione post-sisma delle Marche ? Forse, anche se per ora si tratta di due piccoli episodi. E tuttavia sembra che i primi passi siano stato fatti.
Lo hanno testimoniato all’Ispettorato del Lavoro quattro dipendenti, tutti italiani di una ditta che sta lavorando a due cantieri edili – uno terminato e l’altro in via di conclusione – nei comuni di Tolentino e Valfornace, nel maceratese. Il primo appalto riguarda gli interventi di messa in sicurezza della Basilicata di San Nicola, mentre il secondo – più grande – la sistemazione di un edificio di proprietà pubblica, adibito ad attività ricettive e ricreative. Ad eseguire i lavori , una società di cui è titolare Salvatore Piccolo. Secondo Daniel Taddei, segretario della Cgil di Macerata “questa impresa non ha il certificato antimafia e non è inserita nella White List delle aziende che possono operare nei cantieri del terremoto”.
E tuttavia ha potuto ottenere gli appalti in questione, grazie alla procedura negoziata ed esibendo solo un autocertificazione . Il titolare, Salvatore Piccolo non ha condanne o pendenze penali, ma il fratello sì. Si tratta infatti di Raffaele Piccolo, 55 anni, rinviato a giudizio proprio a gennaio dal Tribunale di Aversa (Napoli) nell’ambito della maxi inchiesta “The Queen” sui rapporti tra politici e imprenditori di Casal di Principe e dintorni, a cominciare dal faccendiere napoletano Guglielmo La Regina. Ebbene, Raffaele Piccolo secondo Daniel Taddei è “il vero gestore della ditta che ha operato in questi mesi nel maceratese. Lo hanno testimoniato gli operai stessi – sostiene il segretario Cgil – davanti ai funzionari dell’Ispettorato del Lavoro : era da lui che sono stati assunti, da lui che prendevano ordini, da lui che sapevano cosa fare. Naturalmente ora ci auguriamo che gli organi preposti facciano il loro dovere”.
Per Taddei comunque, il problema va molto oltre il singolo caso di Valfornace, seppure grave : “Il rischio grande è che con l’avvio concreto della ricostruzione post-sisma, con 43 mila cantieri in partenza tra interventi leggeri e pesanti, le infiltrazioni della criminalità organizzata possano crescere di molto, se le procedure sono quelle attuali e le banche dati che ci sono, possono essere aggirate. Occorrono maggiori controlli sul territorio da parte della Regione Marche e degli organi preposti, e non si possono minimizzare le segnalazioni come quelle fatte dall’Anac già per due volte. Secondo noi – conclude il segretario della Cgil – è urgente agire subito, e ciò applicando due norme non operative : il DURC per congruità e il Settimanale di cantiere. Solo così si potranno fare passi in avanti e il sistema potrà funzionare veramente”.

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