Camerino (Mc).- “Flavia Colforti è una ragazza in gamba, proveniente da una famiglia unita, onesta e benestante che è stata sempre la sua forza e il suo esempio. Purtroppo, una serie di eventi minano fortemente la sua serenità e quello “scrigno dorato”, che la proteggeva dal mondo esterno, pian piano si sgretola totalmente. Rimasta sola, dopo l’inaspettato suicidio di Livia, la sua sorella gemella, e la scomparsa della madre malata di cancro, si aggrappa al suo fidanzato, Carlo, accettando un amore insipido e passivo, e un mondo di pura formalità e illusoria perfezione. Lo sposa per paura della solitudine, pensando sia la cosa giusta da fare. Dopo vent’anni di matrimonio, però, si trova a fare i conti con dure verità nascoste che riguardano il passato: tradimenti, ipocrisie e soprattutto violenze taciute che svelano le vere ragioni della morte di Livia. E tutta la sua vita viene messa irrimediabilmente in discussione…”
Un romanzo che rivela, sotto una spessa patina di conformismo e perbenismo, una storia di grande sofferenza femminile e di abuso – come quelle che tristemente capitano nella vita vera – raccontata con passione e grazia.
Donatella Pazzelli, classe 1969, è nata, vive e lavora a Camerino. Una grande e bella famiglia alle spalle, una laurea in giurisprudenza, un’abilitazione alla professione di avvocato e dal 1993 è iscritta all’ordine dei giornalisti delle Marche. Ama il teatro e scrive per passione. Con Pendragon, nel 2015, ha già pubblicato il romanzo Gli ulivi di Albanella.