Ancon.-Nella settimana in cui l’Europa adotta la raccomandazione sul piano d’azione per l’Economia Sociale, la Camera di Commercio delle Marche ha presentato una ricerca sullo stato dell’economia sociale della regione, vale a dire l’insieme di tutte quelle organizzazioni che esercitano attività non a scopo di lucro, comprese imprese e cooperative sociali.
La ricerca rientra tra le attività dell’Osservatorio sull’economia sociale costituito da Camera Marche per approfondire tutti gli aspetti dello sviluppo del comparto con particolare riguardo al settore cooperativo: dall’impatto sulle comunità locali, alla collaborazione con le pubbliche amministrazioni ed il settore Profit.
Spiega il Presidente di Camera Marche Gino Sabatini “Abbiamo ritenuto che fosse arrivato il momento di valutare l’impatto del welfare, che oggi deve coniugare il benessere delle nostre collettività con lo sviluppo economico e sociale dei territori e delle stesse imprese Profit, considerando la grande evoluzione in corso delle politiche di welfare aziendale”.
La ricerca presentata oggi ha analizzato la consistenza del terzo settore nella regione Marche al dicembre 2022, un ambito ancora poco esplorato e scarsamente documentato.
Nelle Marche è in atto un costante incremento del peso economico ed occupazionale dell’economia sociale, una evoluzione che ha determinato una trasformazione radicale del welfare regionale, in particolare attraverso una presenza sempre più importante delle imprese cooperative sociali nella progettazione e gestione dei servizi.
Gli Enti del terzo settore marchigiano (ETS per brevità) sono 2.975, di cui il 38% sono Organizzazioni di Volontariato, il 37% sono Associazione di Promozione Sociale, il 17% sono imprese sociali, l’8% sono Altri Enti del Terzo Settore e risulta 1 sola Società di Mutuo Soccorso.
Maggiore concentrazione nel centro e nord della regione, con il 54% di queste realtà concentrate tra provincia di Ancona e Pesaro Urbino. Percentuale che scende al 26% nel sud delle Marche, province di Ascoli Piceno e Fermo.
La maggior parte degli ETS opera nella zona costiera (69%), mentre il 23% si trova nella collina interna e l’8% nella montagna; Gli ETS sono concentrati soprattutto nei centri urbani con una popolazione tra 15.000 e 50.000 abitanti (38%), ma si registra anche una significativa presenza nei comuni con meno di 5.000 residenti (22%). Il 19% si concentra in 3 città con popolazione residente superiore a 50.000 residenti (Ancona, Fano, Pesaro); Gli ETS sono coinvolti in diverse aree strategiche, tra cui l’area sisma (29%), l’area SNAI (sta per strategia nazionale aree interne, 6,15%), l’area rurale (52%), l’area di crisi industriale complessa (45%) e le comunità montane (27%).
Sono state inoltre censite 29 diverse tipologie di attività delle quali risultano preponderanti, in termini numerici: Protezione Civile 24%; Circolo Ricreativo Culturale 22%; Gruppi Scout 10%; Servizi Anziani 11%; Centri Sociali 7%; Salute delle Persone 5%.
Delle imprese sociali presenti nella regione Marche, le cooperative sociali rappresentano il 98% del totale.
Il settore della cooperazione genera un fatturato di 265,5 milioni di euro e occupa circa 8.600 persone (dato sottostimato per mancanza di informazioni). Il patrimonio complessivo ammonta a 61 milioni di euro, di cui 11,7 milioni di capitale sociale. Le marginalità sono basse e il valore aggiunto è di soli 3,5 milioni, pari all’1,3% del fatturato.
La distribuzione territoriale mostra che la provincia di Ancona ha il maggior numero di cooperative sociali (31% del totale), seguita da Ascoli Piceno (23%), Pesaro Urbino (22%), Macerata (16%) e Fermo (8%).
In termini di valori, la provincia di Ancona si conferma la più rilevante, con il 38% del valore della produzione e il 38% degli occupati; a seguire c’è la provincia di Pesaro Urbino, con il 30% del valore della produzione e il 30% degli occupati; poi Macerata (12% del valore della produzione e 12% di occupati), Ascoli Piceno (11% del valore della produzione e 13% di occupati), Fermo (9% del valore della produzione e 7% di occupati).