Pesaro. “Per me le miniere sono state uno scandalo dell’epoca…Estrarre il carbone nelle condizioni in cui si era obbligati a lavorare qui in Belgio è per me un crimine contro l’umanità. Persino gli amici belgi di quel tempo ripetevano sempre: Preferisco vedere mio figlio morire sotto il treno piuttosto che saperlo in miniera”
“Fino a 450 metri si poteva ancora stare bene, ma una volta oltrepassati i 500 di profondità allora si iniziavano ad avere 40, 42, anche 46 gradi centigradi di temperatura… e ti sentivi soffocare. Si lavorava nudi, era tanto il calore laggiù a quelle profondità che anche a stare nudi si sudava da impazzire. A volte, superati i mille metri, quando il caldo era infernale, ci sfilavamo le mutande, le strizzavamo e le indossavamo nuovamente’
Anche se avvenuta ormai 65 anni fa, quella di Marcinelle è una sciagura da non dimenticare. Fu definita ‘la tragedie des italiens’ dato il gran numero dei nostri connazionali che vi persero la vita (136 su 236).
La giornata è commemorata un po’ ovunque, in particolare in Abruzzo, perché 60 furono le vittime della sciagura mineraria di Bois du Cazier a Marcinelle, alla periferia di Charleroi, per gran parte provenienti dai Comuni di Manoppello, Lettomanoppello, Turrivalignani riuniti insieme per la prima volta per le celebrazioni.
Tra le iniziative (mostra, concerto jazz, Santa Messa, deposizione corone ai caduti ecc..) figura un convegno ‘Raccontare Marcinelle tra passato e futuro’ alla presenza delle autorità militari e civili. Due i relatori: Roberto Melchiorre (autore di ‘I segreti di nonno Nick’) e la giornalista pesarese Paola Cecchini, autrice di ‘Fumo nero-Marcinelle 1956-2006’, editato dalla Regione Marche, presentato al Parlamento Europeo e al centro di recital musico-teatrali in diversi teatri del F