Porto S.Giorgio (Fm).- Andrea Curzi, fotografo classe 1985 di Porto San Giorgio, è la dimostrazione vivente che una passione può nascere semplicemente grazie al caso, ma se viene coltivata può benissimo trasformarsi, a piccoli passi, non senza sacrifici, in un lavoro.
Il fotografo marchigiano è stato nominato Milky Way Photographer of The Year 2024; esso è un premio che viene assegnato ai 25 migliori fotografi della Via Lattea in tutto il mondo dal prestigioso blog di settore Capture The Atlas. Un risultato per lui inaspettato poiché era al primo anno di partecipazione, anche perché la sua ‘crescita’ è avvenuta principalmente nell’ultimo anno e mezzo.
“La mia passione per la fotografia – racconta Andrea Curzi – è nata per caso nel 2017 prima di un viaggio in America. Vista la sua importanza abbiamo deciso di acquistare una reflex per poter portare a casa dei ricordi più belli rispetto ad uno smartphone. In quel momento non conoscevo tutto quello che c’era dietro, era soltanto una situazione da ‘punta e scatta’. Informandomi un po’ per la scelta della fotocamera, ho scoperto un mondo infinito di possibilità ed è scattato l’amore. Ho poi praticato solo in pochi momenti della mia vita fino al 2021, da lì ho iniziato a prendere questa passione molto più seriamente fino a cercare ora di trasformarla in un lavoro”.
Solo in un secondo momento Curzi è stato colpito dalla magia regalata da una fotografia astronomica, da lì un amore sbocciato e tanto studio per il raggiungimento di brillanti risultati “Appena acquistata la mia prima fotocamera – spiega il fotografo -, ho iniziato a vedere i lavori di tanti fotografi di paesaggio. Ricordo il momento in cui vidi per la prima volta una fotografia di una via lattea; rimasi incantato da quella visione nonostante non capissi cosa fosse.
Non sapevo cos’era la Via Lattea, non avevo mai visto un vero cielo stellato e in quel momento ho deciso di andare a Castelluccio di Norcia e scoprire questa meraviglia. Ovviamente i primi risultati erano disastrosi, ma soltanto vedere quello spettacolo ad occhio nudo e impresso nella fotocamera mi ha dato quel click per iniziare a studiare e approfondire questo meraviglioso genere fotografico.
A prescindere dalla fotografia, consiglio a tutti di andare in un cielo buio e, nel periodo giusto, ammirare la via lattea che è visibile ad occhio nudo”.
Andrea Curzi si è aggiudicato il prestigioso premio con la sua astrofotografia nominata “Road to Winter Paradise”, attraverso uno scatto del Passo Giau, sulle Dolomiti. Un luogo incantevole ed ideale per i fotografi del ‘cielo’.
“La fase di pianificazione in questo genere fotografico è fondamentale – spiega Curzi -, richiede tante ore di studio da casa per trovare la location giusta. Bisogna calcolare i punti cardinali per capire se la via lattea passerà nel punto che hai scelto. In questo caso di alternative non ne avevo, sono andato mirato in quel punto perchè lo avevo trovato perfetto a livello di composizione e armonia. Ho scelto le Dolomiti perchè sono tra le montagne più belle al mondo. Ho fatto varie foto notturne anche qui sui Sibillini ma in quel caso cercavo tanta neve che quest’anno non ho trovato qui da noi. Ovviamente poi per noi fotografi di paesaggio, le Dolomiti sono come un parco giochi, mi capita spesso di andare su e dormire in macchina o in tenda per giorni”.
Il fotografo ha chiarito come sia necessaria una dettagliata preparazione dell’uscita “Essa parte con l’accurata pianificazione da casa, calcolando il giusto orario di scatto per avere tutto al suo posto. Non è possibile fare fotografia notturna tutti i giorni, le variabili sono molte. In primis deve essere una serata in assenza di luna, con poca umidità, senza nuvole e in un posto con pochissimo inquinamento luminoso e nel giusto mese dell’anno. Tutti questi fattori riducono le possibilità di scatto a pochi giorni al mese. E se in quei giorni il cielo è nuvoloso purtroppo si aspetta il mese successivo”.
Poi ha aggiunto sulla fotografia vincente al Passo Giau: “A livello tecnico la foto è molto complessa al punto da sembrare “finta”. È una panoramica di circa 300° di campo visivo, per il primo piano ho eseguito 10 scatti per coprire i 300°, più altri scatti singoli per catturare le scie delle auto e recuperare le forti luci dei due rifugi. Per il cielo invece ho utilizzato una fotocamera astromodificata che mi ha permesso di catturare tutte quelle nebulose rosse presenti in foto, tra cui la costellazione di Orione (è quella che si trova a sinistra in quella specie di mezzaluna che si chiama Barnard Loop). Grazie a questa speciale fotocamera, è possibile catturare le nebulose a emissione di idrogeno e tirare fuori quei colori rossi nel cielo”.
Quella del 15 dicembre è stata una notte incredibile per il fotografo marchigiano, che ha puntato molto anche sul suo lato mentale: “Bhe… ho sempre odiato il freddo ma la passione per la fotografia mi sta portando ad affrontare situazioni che mai avrei pensato. Fare questo genere di foto ti chiede di restare per ore fermo sullo stesso punto e quando sei a quelle temperature di notte fermo con i piedi sopra la neve, la parte mentale diventa importantissima”.
Andrea Curzi ci tiene particolarmente alla sua regione natale ed è per lui una soddisfazione immensa essere stato il primo marchigiano a vincere il soprascritto premio. Spera infatti di poter il prossimo anno tagliare il medesimo traguardo con una foto scattata nella nostra Regione: “Essere il primo marchigiano ad aver vinto questo prestigioso premio mi riempie di orgoglio, anche perchè sono molto legato alla mia regione e mi piacerebbe che venisse valorizzata di più sotto tanti aspetti. Avrei preferito vincere il premio con una foto scattata qui nelle Marche, soprattutto perchè è un concorso in cui i vincitori hanno scattato da ogni angolo più remoto del nostro pianeta, ma la qualità del nostro cielo spesso limita le possibilità fotografiche di questo genere. Però non mollo e spero per il prossimo anno di trovare un punto di scatto unico qui nelle Marche e provare di nuovo a vincere questo premio facendo conoscere la nostra meravigliosa regione!”
Il sogno di Andrea è di fare della sua passione un vero e proprio lavoro, “La transizione è ancora in atto – racconta -, è veramente molto difficile perchè la concorrenza è altissima ed è un settore molto di nicchia. La cosa più importante sicuramente è quella di fare tutto a piccoli step e avere le idee chiare restando sempre umili, educati e professionali”.
Curzi in questi anni ha viaggiato molto per migliorarsi ed alcuni luoghi gli sono rimasti particolarmente nel cuore “Sicuramente ci sono i miei due viaggi in Islanda dove ho fotografato l’aurora boreale e l’eruzione del vulcano nel 2023 ma da appassionato di via lattea probabilmente dico Tenerife, un viaggio che ha cambiato completamente la mia visione fotografica e che mi ha fatto vedere un cielo veramente fantastico ad occhio nudo. Ti fa rimanere a bocca aperta per tanti minuti. Quando poi inizi a scattare il tutto diventa ancora più magico”.
Andrea Curzi non ha nessuna intenzione di fermarsi, ed è in corsa anche per il premio più importante del mondo nel campo dell’astrofotografia. “A livello personale, vorrei trasformare ufficialmente questa passione in un lavoro a tempo pieno per poter trasmettere agli altri tutto quello che provo quando faccio fotografia di paesaggio e notturna. La cosa più bella è quella di emozionarsi davanti a un cielo stellato o di fronte ad una magnifica alba o tramonto. A livello di concorsi – aggiunge -, sono in lista per quello che è il premio più importante al mondo per quanto riguarda l’astrofotografia che è L’Astronomy Photographer Of The Year che è organizzato dal Royal Museum Greenwich a Londra. Sarebbe un sogno incredibile e spero di poterlo raggiungere”.
Il fotografo originario di Porto San Giorgio, ha lasciato anche un consiglio prezioso per tutti gli appassionati: “Sembrano cose “banali” e “scontate” ma le parole magiche sono: passione, sacrificio, mentalità aperta, studio e impegno. Negli ultimi anni ho imparato che la passione muove il mondo e ti fa fare cose che mai avresti fatto, come dormire in tenda a -10°C, camminare per ore con le ciaspole sulla neve con 25kg di zaino. Il tutto per fare una foto ma che porterai sempre con te”. Non ci resta dunque di fare tanti complimenti ed un grande in bocca al lupo ad Andrea per la sua carriera nella fotografia, perché i sogni… muovono il mondo.
Lisa Grelloni