Ancona 4 maggio. “Mi hanno chiamato faccia di scimmia, tempo fa, ma non ci ho fatto caso. Io so chi sono, quanto ho studiato, lottato, come rispetto le leggi. Non sono gli insulti che mi convinceranno ad andarmene da Senigallia dove ho incontrato razzisti ma anche gente di grande cuore. Quello che trovo inammissibile è perdere due posti di lavoro perché, a quanto mi hanno spiegato, la mia pelle nera dà fastidio”
Sono le dichiarazioni della lavoratrice senegalese di 40 anni esclusa dal servizio presso l’Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia.
Esclusa perchè “il colore della sua pelle è un ostacolo per alcuni ospiti della casa”, dichiara la Cooperativa, nonostante la sua professionalità e le sue qualità lavorative non siano messe in discussione.
“Riteniamo gravissimo quanto accaduto – afferma la Cgil Ancona – poichè il diritto al lavoro non può e non deve essere influenzato dal colore della pelle, specialmente quando, come per Fatima, lavorare rappresenta la possibilità di affermare la propria indipendenza come donna e l’opportunità di potersi ricongiungere con le figlie rimaste in Senegal. Questo episodio – aggiunge il sindacato – fa emergere la necessità, sempre più urgente, della diffusione di una cultura ispirata ai principi dell’integrazione e dell’inclusione, anche e soprattutto, nel mondo del lavoro.”
La Cgil Ancona cita gli articolo 1 e 3 della Costituzione e ritiene che “per abbattere i muri delle intolleranze e dei pregiudizi il lavoro, tutelato e dignitoso, debba avere un ruolo fondamentale. Auspichiamo che in futuro l’Opera Pia si ispiri ai principi costituzionali anche in armonia con contesto territoriale in cui si colloca da sempre riconosciuto come aperto all’inclusione; ci auguriamo inoltre che la Cooperativa, come ha già dichiarato, si impegni a ricollocare la lavoratrice.”