Investimento, carattere, micropolitana sono le tre chiavi che hanno ispirato il dossier della candidatura di Macerata a capitale italiana della Cultura 2020 presentato il 17 ottobre al Teatro Lauro Rossi e intorno al quale tutti gli attori, istituzionali e non, che hanno contribuito alla sua stesura si sono stretti condividendone obiettivi e strategie per arrivare all’obiettivo finale.
A svelarle il sindaco Romano Carancini che ha aperto la presentazione del documento, trasmesso il 15 settembre scorso al Mibact, spiegando il significato politico dei tre termini.
“Investimento perché candidare Macerata a Capitale italiana della Cultura 2020 – ha detto il sindaco- diventa immediatamente palpabile per gli investimenti, per il turismo, per la capacità di avere infrastrutture e portare benefici alla città”.
Per quanto riguarda il carattere “abbiamo immaginato che questa città, fedele alla propria identità modesta, scettica, non avesse mai potuto valorizzare se stessa e raccontarsi. Avere la possibilità di proporsi senza presunzione, ma con la consapevolezza che può restituire moltissimo mettendosi a disposizione non solo della città, ma anche del territorio e dell’Italia”.
Per ciò che concerne micropolitana “non vuol dire supremazia sugli altri – ha affermato Carancini – ma la volontà di difendere un luogo baricentrico che lavora con l’intero territorio in un fase fragile della propria vita e la capacità di elaborare e individuare un luogo inedito per farlo rinascere”.
Ancora chiavi, ma sono quelle del nome del progetto: ESTro.versa2020. “Capacità di coltivare il proprio estro – ha spiegato il sindaco -. Da centro baricentrico dedito ai servizi per sconfinare nella volontà di entrare nell’obiettivo di città fabbrica della cultura e non ripiegarsi su se stessa. Si passa da una Macerata introversa a una Macerata estroversa che non si accontenta e l’estro si concretizza attraverso la produzione culturale diffusa in cui tutti sono protagonisti. Est dove Padre Matteo Ricci e Giuseppe Tucci rappresentano la traiettoria internazionale del nostro progetto attraverso valori globali quali accoglienza e amicizia. E infine Roversa, arcaico di riverso, capovolta, termine che non può che essere riferito agli eventi che sono accaduti, il terremoto. Un termine che è una sfida del territorio verso la ricostruzione. La candidatura di Macerata è un’opportunità che fa immaginare la creazione di un patrimonio e per arrivare è necessario fare squadra e remare tutti dalla stessa parte”.
A illustrare il progetto sono stati Massimiliano Colombi e Marco Maracatili della Nomisma. Progetto che vale 6 milioni di euro con tanti fattori di valutazione. Macerata attualmente conta 40 mila turisti stranieri, 200 mila italiani e 100 milioni di effetto economico incrementale e la previsione in caso Macerata diventi capitale italiana della cultura parla di un incremento del 33% per gli stranieri, 27% italiani e 28 milioni di euro in più frutto delle attività culturali.
Il nocciolo del progetto culturale è stato illustrato dal vice sindaco e assessore alla Cultura, Stefania Monteverde. Lo strumento scelto è stato quello delle mappe, in totale 4, con 100 progetti, 180 operatori culturali e 60 città coinvolte, per costruire un nuovo mappamondo 2020.
Ecco allora la mappa dei Viaggi che porta alla scoperta di musiche, arti, pensieri, storie e culture diverse, quella degli Incontri con le relazioni, i luoghi, le situazioni in cui le persone si mettono insieme per nuove imprese creative e per i giovani all’insegna dell’inclusione, la mappa dei Paesaggi che parla di rigenerazione dei territori con una attenzione speciale allo sviluppo della smart land e della microsnsible city per la ricostruzione dell’equilibrio armonico tra spazi urbani, paesaggi naturali e comunità e infine la mappa dell’Ospitalità con al centro l’idea di Macerata città accogliente e solidale.
Un progetto, come ha detto l’assessore regionale alla Cultura Moreno Pieroni con cui “ancora una volta Macerata ha dimostrato grande solidità culturale. Vogliano essere le Marche tutte al fianco di Macerata a dimostrazione che una regione anche in questo momento deve essere unita. E per dimostrarlo stiamo predisponendo proprio in questa città una mostra con risonanza nazionale legata a Lotto”.