Ancona.- Sono 11.929 gli infortuni sul lavoro denunciati da gennaio a settembre di quest’anno, 872 in più rispetto al 2020 (+7,9%), con gli aumenti maggiori che si riscontrano nei trasporti, edilizia e industria. In crescita sia gli infortuni in occasione di lavoro (+5,6%) che quelli in itinere (+24,5%). Sono i preoccupanti dati marchigiani forniti dall’INAIL ed elaborati dalla CGIL Marche.
Infortuni che spesso hanno esito mortale: 25 i lavoratori deceduti dall’inizio dell’anno dopo un 2020 in cui ci sono stati 38 morti sul lavoro in 9 mesi.
La sicurezza sul lavoro non deve essere solo uno slogan; le leggi ci sono e anche il recente Decreto Fiscale rafforza le misure sulla sicurezza e in particolare il ruolo dell’Ispettorato del Lavoro, ma occorre continuare a lavorare alla loro piena applicazione e a un sistema di controlli che sia continuo e puntuale.
Di fronte a questi numeri non basta commuoversi e indignarsi, ma occorrono azioni forti e decise da parte di tutti: dalle imprese alle Istituzioni.
Dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria generale Cgil Marche: “ Alla Regione e in particolare agli assessori Saltamartini e Aguzzi chiediamo di battere un colpo visto che aspettiamo ormai da mesi un incontro per affrontare questa emergenza. Chiediamo loro di intervenire subito per garantire le risorse necessarie ad assicurare adeguati livelli di finanziamento e di organizzazione del sistema di prevenzione per colmare il divario con le altre regioni e soprattutto arginare il devastante fenomeno degli infortuni sul lavoro”. Per questo, “vanno subito incrementati gli organici per incrementare i controlli: è inaccettabile che nelle Marche ci siano solo 56 tecnici della prevenzione a fronte di decine di migliaia di aziende e cantieri, a partire da quelli delle aree del sisma, in cui effettuare i controlli”.