Ancona.- Da domenica 17 gennaio le Marche tornano in “zona arancione” per il covid. Lo annuncia il Presidente della Regione Francesco Acquaroli, che si dice molto dispiaciuto per la nuova retrocessione del territorio decisa dal Governo, con il Dpcm appena varato. Due settimane ancora di limitazioni pesanti, bar e ristoranti chiusi e problemi per imprese e residenti. Un accanimento che operatori economici colpiti dal blocco ma anche molti cittadini non comprendono, considerando i sacrifici fatti fino ad ora. Sacrifici che evidentemente non sono serviti a ridurre i cosiddetti contagi di centinaia di persone risultate positive a dei tamponi rapidi che sempre più esperti considerando inattendibili. E che certo non individuano malati, tantomeno con sintomi. Perché come nei mesi scorsi, anche negli ultimi giorni nelle Marche solo il 10% dei positivi scoperti aveva dei sintomi ( che possono essere solo influenzali, e non di infezione polmonare).
Ma tant’è. Si continua con questa gestione politica e sanitaria che non risolve i problemi e provoca sempre più danni all’economia e alla società.
“Temo che anche la terza settimana sia da mettere in preventivo – dice Acquaroli- ma attendiamo l’evolversi delle cose. La situazione è praticamente simile alla scorsa settimana, anzi i rilevamenti della settimana in corso sono in miglioramento, ma così è stabilito nel nuovo Dpcm.
Va bene essere prudenti – aggiunge il Presidente della Regione- per questo anche noi avevamo deciso di rinviare l’apertura delle scuole superiori in presenza, infatti già la zona gialla prevede diverse restrizioni. Tornare in zona arancione, con un RT ormai stabilmente sotto a 1 da un mese e mezzo, mi sembra un provvedimento eccessivo più che una scelta precauzionale. Sono amareggiato e dispiaciuto e continuerò a fare di tutto affinché il Governo comprenda le nostre richieste e modifichi il Dpcm, ma le norme vanno sempre rispettate anche quando non condivise e questo è l’invito che rivolgo a tutti voi.”
