Marche, lunedi riaprono 40 mila attività commerciali

Ancona 16 maggio.- Si riparte. Dopo due mesi di lock down riaprono nelle Marche 40 mila tra strutture ricettive, bar, ristoranti, acconciatori e centri estetici, esercizi commerciali. Si riparte con regole stringenti, dettate dai protocolli per la sicurezza.  Con molta ansia e tanta speranza.  Le imprese hanno passato gli ultimi giorni ad adeguare le loro attività alle indicazioni della Regione sui dispositivi  di protezione individuale, la sanificazione dei locali, le distanze da tenere.  Lunedì saranno 8.355 i servizi di ristorazione che tireranno su la serranda, sbarrata da oltre sessanta giorni.  Insieme a loro 5.665 acconciatori ed estetiste e 30 mila esercizi commerciali. Secondo una indagine della Cna Marche il 60 per cento degli imprenditori che riapre il 18 maggio, teme un rallentamento e una riduzione dell’attività, mentre il 36,7 per cento si aspetta di dover affrontare maggiori costi di gestione e nuovi investimenti.

Regione Marche e associazioni di categoria” commenta il segretario Cna Otello Gregorini  “hanno fatto un gran lavoro per predisporre protocolli  in grado di garantire la salute senza penalizzare troppo le attività economiche.  Il fatturato non potrà essere quello di prima del lock down, ma è comunque importante tornare ad offrire i propri servizi alla clientela. I prossimi saranno mesi difficili, con grande attenzione all’andamento dei contagi, e i nostri imprenditori avranno bisogno del sostegno delle istituzioni. Quello che diventa fondamentale poi – prosegue Gregorini “è la tempistica. I soldi delle misure previste devono arrivare in tempi estremamente rapidi alle imprese, che non hanno più liquidità .”

Superare gli ostacoli burocratici e fare presto. Vale per i contributi regionali e vale, a maggior ragione, per i provvedimenti del Decreto del Governo.

Nel merito,secondo la Cna Marche, gli indennizzi a fondo perduto, l’estensione del credito d’imposta sulle locazioni, il taglio di IRAP e bollette, il potenziamento della cassa integrazione e soprattutto dell’Ecobonus, la cancellazione delle clausole di salvaguardia rappresentano le note più positive della manovra da 55 miliardi.

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