Pesaro 21 maggio.- Il parlamentare della Lega , Luca Rodolfo Paolini annuncia di voler segnalare alla Commissione Antimafia la strana vicenda dell’incendio al deposito scuolabus di Colli al Metauro (Pesaro-Urbino), dove nella notte tra il 19 e 20 maggio 5 mezzi sono andati distrutti e 8 gravemente danneggiati. Gli scuolabus, che la mattina seguente avrebbero dovuto trasportare gli studenti negli istituti del comprensorio, erano custoditi in un capannone gestito dalla ditta “Re Manfredi” per conto del Comune.
Secondo Paolini, “ è noto che l’incendio doloso è uno dei “reati spia” di presenze mafiose sul territorio. Non sempre, come ovvio. Ma spesso si. Chi incendia lo può fare per estorcere denaro, per “vendicare” una pretesa non soddisfatta, oppure come segnale diretto a tutti gli altri per comunicare la propria “presenza” e il proprio “peso” criminale. Allarmismo? No. Una delle varie ipotesi concrete che un episodio del genere può sottendere. “
Il parlamentare della Lega ricorda di esser intervenuto a due recenti incontri sul tema “presenza delle Mafie nelle Marche” cui hanno partecipato a Pesaro e Fossombrone l’ex Procuratore Generale Macrì, il Procuratore Generale di Ancona, Sottani, il Procuratore di Urbino Boni, e i sostituti Paci, Gigliola, Lilliu. Dal confronto sarebbe emerso che “ seppure non esista dalle nostre parti un controllo mafioso del territorio, il fumus della presenze della criminalità organizzata si intravede. Qui non sparano – sostiene Paolini- ( l’omicidio Bruzzese di Natale nasce, quasi certamente, altrove ed è stato eseguito a Pesaro solo perchè la vittima qui risiedeva ) ma qui molto probabilmente investono e comprano pezzi del nostro sistema economico, talora in svendita causa crisi. D’altra parte – aggiunge- le immense masse di denaro liquido realizzate con droga, gioco on line, prostituzione, usura, caporalato ed altro, devono essere riciclate e impiegate per fruttare altro denaro e altro potere. Quello che forse non tutti sanno poi è che alle organizzazioni criminali non preme solo il guadagno ma anche il consenso sociale, la “presa” sulla collettività che si esercita, in particolar modo oggi, con la possibilità di dare o non dare lavoro. “ Il parlamentare infine conclude : “ Non voglio nè posso dare giudizi su cosa sia successo davvero a Colli al Metauro, che comunque segnalerò alla Commissione Antimafia per opportuna conoscenza. Saranno gli investigatori e i magistrati a cercare di scoprirlo. Magari si è trattato di un incidente. Ma se invece così non fosse si tratterebbe di un episodio di una gravità eccezionale per il territorio, che dovrebbe indurre tutti, soprattutto coloro che hanno attività economiche, ad aprire ancora di più gli occhi e collaborare con le forze dell’Ordine e la Procura Distrettuale Antimafia, segnalando, anche in via anonima ma circostanziata, ogni tipo di richiesta o proposta economica anomala che gli pervenga. “