Nel 2018 perse nelle Marche altre 1153 imprese. Crescono solo i servizi

Riparte a settembre il sistema produttivo marchigiano. Un sistema profondamente cambiato negli ultimi otto anni e che contiua a cambiare. Con più di 30 mila posti di lavoro e quasi undicimila imprese scomparse in otto anni e mezzo di cui 1.153 solo nel primo semestre del 2018, è un conto pesante quello pagato alla crisi dalle aziende marchigiane. Quasi un decennio nel quale il sistema produttivo regionale ha mutato pelle, con una forte crescita del terziario ed un costante calo dell’agricoltura, del manifatturiero, delle costruzioni, dei trasporti e del commercio. E’ quanto emerge da uno studio di Cna e Confartigianato sui dati Unioncamere.
“La regione più manifatturiera d’Italia” commentano Confartiganato e Cna Marche “sta lentamente cambiando con una continua espansione dei servizi alle persone e alle imprese. Per questi settori gli anni della crisi hanno portato nuove opportunità con un aumento di 5.295 imprese. La crescita ha coinvolto i servizi di alloggio e ristorazione, i servizi di comunicazione, le attività finanziarie, le attività immobiliari, i servizi alle imprese, i servizi sociali e sanitari, le attività sportive e di intrattenimento. Un esercito di partite Iva e di nuove attività che ha limitato l’emorragia di imprese e posti di lavoro che si è registrata soprattutto in agricoltura, nel manifatturiero e nelle costruzioni. Inoltre quello che si afferma è un terziario nuovo, moderno e avanzato, in parte legato a fattori di apertura all’esterno dell’economia regionale, come nel caso del settore del turismo. In altri casi, riconducibile alla modernizzazione dell’economia (attività scientifiche e tecniche) e della società (attività artistiche, sportive, di intrattenimento).”
Scendendo nel dettaglio dell’indagine realizzata dai Centri Studi Cna e Confartigianato, vediamo che l’agricoltura ha perso dal 2009 ben 7.137 imprese (-21 per cento). L’edilizia ha lasciato per strada 3.619 aziende , il manifatturiero ha visto chiudere 2.342 attività e il commercio 2.228 negozi.
Complessivamente le imprese marchigiane in attività sono passate dalle 160.237 del 2009 a 149.468 a giugno 2018.
Il calo delle imprese, secondo lo studio di Cna e Confartigianato, è proseguito anche nel primo semestre dell’anno (-1.153) ma è imputabile tutto ai primi tre mesi del 2018 quando sono scomparse 1.146 aziende mentre tra aprile e giugno le imprese attive sono rimaste sostanzialmente stabili (-7). Una stabilità che è la risultante di dinamiche differenziate e contrapposte tra i settori: sono ancora in calo le imprese attive delle manifatture (-181) e del commercio-autoriparazioni (-198) mentre ritorna a crescere il numero delle imprese dell’agricoltura-pesca (+62) e delle costruzioni (+19). Soprattutto continuano a crescere di numero le imprese attive del turismo (servizi di alloggio e ristorazione: +102), delle attività immobiliari, delle attività professionali scientifiche tecniche (+41), noleggio agenzie di viaggio servizi di supporto alle imprese (38), attività artistiche sportive e intrattenimento (+24) e altre attività di servizi (+49) che comprendono le più numerose attività di servizio a persone e famiglie. Inoltre nell’ultimo trimestre si arresta la crisi dell’edilizia sotto il profilo della perdita di imprese (+19) e sembra ripartire il mercato delle costruzioni sotto il profilo delle attività legate alle transazioni di immobili (+54).
“Si tratta” commentano Confartigianato e Cna “di un fenomeno importantissimo per gli effetti di trascinamento che il comparto delle costruzioni tende ancora a esercitare sul resto dell’economia: attualmente ciò avviene secondo le nuove caratterizzazioni della domotica, della sostenibilità degli impianti per la produzione, la distribuzione e l’utilizzo dell’energia. In realtà tutti attendono la ricostruzione post-sisma e l’aumento del numero di imprese risponde alle aspettative. Nei prossimi mesi l’avvio della ricostruzione dovrebbe ridare fiato al settore e ripopolare il suo tessuto di imprese.”

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