Nelle campagne il lavoro c’è ma manca la manodopera

Ascoli Piceno 28 agosto.- Grandi difficoltà di reperire la manodopera nelle campagne del territorio perché mancano i lavoratori stranieri bloccati da nuovi lockdown e gli italiani, dopo un primo “ritorno all’agricoltura” post emergenza, ora sembrano preferire forme di sussidio o altri settori.

E’ quanto denuncia la Cia-Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata che segnala i problemi di alcuni imprenditori del territorio impegnati nelle raccolte stagionali dei prodotti.

Per la Cia, in questo modo il rischio di danno è doppio, segnala: non poter seguire le corrette tempistiche di raccolta e dover sostenere costi aggiuntivi per assunzione di manodopera che magari rimane solo per poche ore.


«Alcuni titolari di aziende agricole – sostiene l’organizzazione – hanno
 difficoltà ad assumere persone che non si sono mai presentate al lavoro. Molti, piuttosto che venire a raccogliere la frutta, con tariffe pagate che sono assolutamente corrette, hanno preferito continuare a percepire il sussidio. Con questo sistema è difficile avere stabilità di manodopera per garantire il prodotto al mercato nei tempi necessari, per non parlare del fatto che gli oneri delle assunzioni devono essere pagati anche se il lavoratore non si presenta».

Dunque nelle nostre campagne il lavoro c’è e sarebbe utile che  si favorisse l’incrocio tra domanda e offerta, oltre al fatto che le istituzioni e agenzie locali del settore dovrebbero incentivarlo. Trovando così un parziale sbocco alla mancanza di occupazione e di reddito di molti residenti che il posto lo hanno perso negli ultimi anni o mesi, nelle fabbriche, nei servizi e in altre attività.

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