Ancona – Dopo quasi mezzo secolo l’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione delle Marche si troverà per la prima volta senza contributi. La legge che fin dal 1973 lo aveva fatto nascere, approvata al tempo all’unanimità dal Consiglio regionale, non sarà rifinanziata nel bilancio di previsione 2021-2023 della Regione , nonostante lo stanziamento di 70 mila euro già previsto dalla precedente Amministrazione Ceriscioli per l’annualità 2021.
E questo nonostante il tentativo del capogruppo del Partito Democratico Maurizio Mangialardi, che con un emendamento, poi bocciato dalla maggioranza di centrodestra, prevedeva il reinserimento del contributo sia per il 2021 che per il 2022.
“Un fatto di portata enorme, oltre che un operazione ideologica – afferma Mangialardi – che mira a cancellare una delle istituzioni culturali più prestigiose della nostra regione. In questo atto c’è tutta l’insipienza, il revanscismo, l’indifferenza alla cultura libera di questa maggioranza. Scegliendo di non rifinanziare la legge che dal 1973 consente alle Marche di fruire di un’eccellenza riconosciuta sia a livello locale che nazionale, si priva il territorio di un’istituzione che nel corso dei decenni, attraverso studi e ricerche professionali, ha permesso di approfondire e divulgare la storia contemporanea della nostra regione nei suoi principali aspetti sociali, politici ed economici, contribuendo in tal modo a definire l’identità marchigiana”.
Per il capogruppo Pd inoltre, con la decisione assunta dalla maggioranza di centrodestra si rischierebbe di perdere un grande patrimonio bibliotecario e documentario di inestimabile valore composto da oltre 36 mila volumi, un’emeroteca con oltre 2 mila testate di periodici locali e nazionali, e un archivio storico composto da 1500 fascicoli appartenenti a fondi depositati o donati da privati cittadini, da enti e istituzioni pubbliche e private.
foto di partigiani dal sito senzatregua.it