Ancona.- Sono già 3mila i marchigiani che con la loro firma dicono no al cibo sintetico, ultima frontiera delle multinazionali hightech che dietro una presunta maggior sostenibilità ecologica nascondono colossali interessi commerciali e speculativi a scapito delle tradizionali attività agricole, di allevamento e di pesca.
La petizione di Coldiretti, Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition per promuovere una legge che vieti produzione, uso e commercializzazione del cibo sintetico in Italia è scattata nei giorni scorsi Nelle Marche la raccolta procede a ritmo serrato nei mercati di Campagna Amica, nelle sedi e negli uffici di zona sparsi nelle varie province.
Il tema sarà anche al centro del grande dibattito che si terrà ad Ancona martedì 22 novembre quando Coldiretti Marche, all’Auditorium Tamburi della Mole Vanvitelliana accoglierà il presidente nazionale Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo. Sarà anche l’occasione per la presidente Maria Letizia Gardoni di avere un primo faccia a faccia con Andrea Antonini, neo assessore regionale all’Agricoltura dopo l’elezione in Parlamento del predecessore Mirco Carloni.
All’incontro, dal tema “Quale futuro per il comparto agroalimentare tra politiche europee, cambiamenti climatici e cibo sintetico” prenderanno parte il governatore Francesco Acquaroli, il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, Luigi Scordamaglia (Filiera Italia), il direttore della Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli e Francesco Vincenzi, presidente di Anbi.
La carne sintetica è un qualcosa di cui non fidarsi per ben 7 italiani su 10 (68%), secondo un’indagine Coldiretti/Ixé. “Di contro le multinazionali del cibo in provetta approfittano della crisi – denuncia Coldiretti – per imporre sui mercati “cibi Frankenstein”, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi, che potrebbe presto inondare il mercato europeo poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici.