Ancona 9 luglio.- Una rappresentanza di nove organizzazioni marchigiane (Angsa Marche, Acli Marche, Uildm Ancona, Gruppo Solidarietà, Confcooperative-Federsolidarietà Marche, Federazione pensionati ACLI Marche, Cooperativa Papa Giovanni XXIII, Fondazione Paladini, Aisla Marche) ha incontrato il presidente della giunta regionale Luca Ceriscioli, per esprimere il proprio dissenso su alcuni punti caratterizzanti la proposta regionale di nuovi requisiti di autorizzazione delle strutture socio sanitarie diurne e residenziali che riguardano, tra gli altri, persone con disabilità, con disturbi psichici o demenze, ed anziani non autosufficienti. Servizi rivolti nella regione, ad almeno 12.500 persone.
Le associazioni hanno ribadito che se la proposta della giunta dovesse essere confermata, si produrrebbe “ la fine sostanziale dell’esperienza marchigiana delle piccole comunità, avviata nella seconda metà degli anni novanta, e rivolte a persone con disabilità e problemi di salute mentale. Servizi caratterizzati da un forte radicamento nei territori e da modalità di funzionamento che garantisco standard di vita più simili a quelli di un normale nucleo familiare allargato. “
In questo senso sono state ribadite al presidente della Regione Marche, le richieste di modifica già presentate in sede di audizione in Commissione Consiliare: mantenimento delle piccole comunità (6-10 posti) senza possibilità di accorpamento; eliminazione della possibilità, per tutte le strutture attive o in via di attivazione, di derogare dal rispetto di alcuni requisiti strutturali (numero letti per camera, superficie minima, dimensionamento). Tali requisiti , sempre secondo le nove associazioni, devono valere per tutte le strutture.
Ma per le nove associazioni del settore, anche altri punti dei regolamenti devono essere cambiati, viste le criticità che presentano, e che sono “la mancanza di figure educative nei servizi per la disabilità intellettiva, le modalità di accesso diversificate per servizi analoghi, l’ indicazione di équipe per la valutazione e l’accesso nei servizi per persone con demenza, l’ assenza di indicazioni rispetto all’obbligatorietà di prestazioni essenziali nei servizi diurni (mensa, trasporto, tempi di apertura). “
Le associazioni hanno registrato una apertura da parte del presidente per quanto riguarda il rispetto dei requisiti strutturali, attraverso la previsione dei tempi di adeguamento per tutte le sedi attive. Attenzione è stata posta alla richiesta del mantenimento delle piccole comunità inserite nei normali contesti abitativi. I prossimi giorni diranno se le aperture si tradurranno nella modifica degli atti in corso di approvazione.