Ascoli. Tra le opere esposte a Palazzo Barberini a Roma, sede delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, in occasione della mostra L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini, a cura di Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori, Sebastian Schütze, c’è anche un prestito proveniente dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno.
La mostra celebra il profilo culturale e politico di Urbano VIII, il papa che più di ogni altro incise sul pensiero filosofico, sul sapere scientifico e sulle arti del Seicento, con l’obiettivo di illustrare le modalità attraverso le quali il pontefice privilegiò lo strumento dell’egemonia culturale in funzione dell’azione politica e di governo. In mostra più di 80 opere della collezione Barberini, smembrata nei secoli e attualmente conservata nei principali musei del mondo che tornano per la prima volta nella loro sede originaria.
Il disegno applicato su tela proveniente da Ascoli Piceno è l’opera di Pietro da Cortona (Cortona 1596 – Roma 1669) Urbano VIII in preghiera davanti all’altare della chiesa dei Santi Luca e Martina, del 1643 circa, che ritrae la visita di Urbano VIII alla chiesa dei Santi Luca e Martina del 28 novembre 1635.
Il papa si recò lì per tributare il suo omaggio alle reliquie della martire cristiana, appena rinvenute. Il loro recupero era un buon affare per ottenere la munificenza del pontefice e l’Accademia di San Luca ne approfittò di buon grado per sistemare la sua chiesa.
Il disegno rimarrà visibile in mostra fino al 30 luglio, nella terza sezione La fabbrica dei Santi, che illustra le tematiche centrali dell’azione di governo di Urbano VIII, ovvero lo sforzo di riaffermare l’universalismo della Chiesa cattolica attraverso la celebrazione di simboliche figure storiche come Matilde di Canossa, la politica dei processi di canonizzazione e l’attività dell’Istituto di Propaganda Fide, funzionali quest’ultime all’opera di evangelizzazione nei continenti extra-europei.