Ancona 6 novembre.- La Regione Marche replica a stretto giro di posta sulla denuncia dei sindacati confederali in merito ai project financing per i tre prossimi ospedali provinciali, previsti a Pesaro , Macerata ed Ascoli. Ma lo fa solo sulla questione tecnica sollevata, cioè quella della regolarità ed opportunità dello strumento della finanza di progetto per realizzare le opere. Non sui costi enormi che Cgil, Cisl e Uil hanno stimato essere in 3 miliardi di euro, seppur spalmati in 25-30 anni. Un’esborso per le casse pubbliche (regionali o statali ) così rilevante che secondo loro rischia di essere insostenibile. Ma per la Regione è tutto ok. Anzi, stando alla risposta arrivata dal dirigente della Sanità Nando Goffi – e non dall’assessore Ceriscioli o da altri esponenti politici – “la procedura del project financing per gli ospedali farà risparmiare tempo nella costruzione delle opere e allocherà la maggior parte dei rischi finanziari sui privati”.
Mentre poi i sindacati confederali avevano citato i casi di Toscana e Sardegna, dove una procedura analoga era stata “censurata” dalla Corte dei Conti per l’eccesso di benefici ai concessionari privati, Goffi porta invece ad esempio curiosamente – perchè regione amministrata dalla destra.. – il caso della Lombardia, dove ben il 32% dell’edilizia sanitaria è stata realizzata nel modo suddetto. Insomma, è chiaro che se la polemica resta su questi aspetti, non arriverà a chiarire i dubbi sull’opportunità finanziaria di questi programmi. E’ evidente quindi, che di scelte politiche si tratta, e non di altro. Scelte che comunque, tranne Pesaro che ha già il progetto tecnico per il Muraglia, verranno rimandate alla prossima legislatura. E certamente diventeranno tema forte della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale nel 2020.