Ancona 29 aprile.- Il lockdown disposto per contenere la diffusione del Coronavirus e la mancanza di un pacchetto di aiuti economici mette un’ ipoteca anche sul futuro del Parco Zoo Falconara , uno dei fiori all’occhiello del turismo regionale e centro didattico di eccellenza per scuole e famiglie.
La struttura dovrebbe riaprire il prossimo 18 maggio ed è pronta a farlo nel rispetto di tutte le misure a tutela dell’utenza e dei propri dipendenti. Ma le difficoltà sono tante. Perché alle elevate spese di gestione e per la cura degli animali sostenute negli ultimi mesi dovranno aggiungersi richieste di finanziamento, che peseranno su un bilancio già gravato da mutui serviti a trasformare il parco in uno dei principali punti di riferimento nel panorama dei giardini zoologici d’Italia.
“Non siamo solamente un’impresa a vocazione turistica – affermano i titolari – ma una realtà che svolge una preziosa attività di pubblico interesse. Il Ministero dell’Ambiente, dal quale dipendiamo e a cui ci siamo rivolti tramite l’Associazione Nazionale Zoo ed Acquari per chiedere un intervento economico, ci ha rimandato al Cura Italia. Questo significa altri debiti. Sinora, a fatica, siamo riusciti a far fronte a tutto, ma il rischio, in assenza di un pacchetto di aiuti per il settore e della possibilità di recuperare almeno una parte della stagione, è di finire in ginocchio”.
Così, se da un lato i tre pulcini di fenicottero rosa venuti alla luce pochi giorni fa rappresentano un simbolo di speranza, dall’altro il Parco Zoo Falconara va avanti tra dubbi, incertezze e timore per la propria sorte.
“Chiediamo alle istituzioni – proseguono i titolari – di non lasciarci soli e di prevedere interventi economici mirati per il nostro settore. Per garantire il benessere degli animali, al di là della chiusura o dell’apertura al pubblico, servono ingenti somme di denaro e certezze. Al momento non sappiamo neanche se, alla riapertura, potremmo accogliere solo gli abitanti del nostro Comune o aprire ai visitatori provenienti da tutta la regione.”