Ancona – Un passo avanti verso l’approvazione della legge regionale per disciplinare la realizzazione degli impianti fotovoltaici e valorizzazione i beni ambientali, paesaggistici e rurali. È quello compiuto ieri in consiglio regionale, in occasione del quale è stata rinviata all’apposita commissione la proposta presentata dal gruppo assembleare del Partito Democratico, a prima firma del consigliere Fabrizio Cesetti, dove dovrà essere discussa e licenziata per poi essere calendarizzata all’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa delle Marche per la definitiva approvazione.
“Sono contento – afferma Cesetti – che si sia giunti a un accordo con la maggioranza per accelerare l’iter istituzionale che porterà la Regione Marche a dotarsi di una legge che oggi appare più che mai indispensabile. Negli ultimi mesi, infatti, l’aula ha approvato all’unanimità diverse mozioni contro la realizzazione di impianti fotovoltaici ogni volta che qualche società ha avanzato una richiesta alle autorità competenti. Lo abbiamo fatto per Colle d’Ete-Belmonte Piceno, Tavoleto e Sassoferrato. Ma se non dotiamo il nostro ente di strumenti capaci di colmare i vuoti dell’attuale legislazione imponendo vincoli e incidendo sulla ubicazione dei nuovi impianti fotovoltaici, rischiamo che il nostro territorio diventi preda di speculazioni che potrebbero danneggiare irrimediabilmente i beni ambientali, paesaggistici e rurali e egli ecosistemi agro-alimentari”.
“Ciò – aggiunge Cesetti – può avvenire solo approvando questa nostra proposta di legge visto che i siti ritenuti idonei per la realizzazione degli impianti fotovoltaici verrebbero circoscritti alle aree a destinazione industriale e artigianale, incluse quelle dismesse, i terreni agricoli abbandonati o incolti che non siano stati destinati a uso produttivo da almeno cinque annate agrarie, le superfici di tutte le strutture edificate, compresi capannoni industriali e parcheggi secondo soluzioni progettuali volte ad assicurarne la funzionalità, le discariche o lotti di discarica chiusi e ripristinati, le miniere, le cave o lotti di cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento”.