San Benedetto del T. (Ap).- La siccità ed il caldo non risparmiano nessuno e quest’anno tocca anche al nord delle Marche la razionalizzazione dell’acqua ma nel Piceno la crisi idrica va avanti da anni. Una situazione di allerta “rosso perenne” che nel periodo estivo a causa dell’affluenza turistica, diventa drammatica.
Ed è proprio la Riviera delle Palme a subirne i riflessi negativi peggiori perché malgrado le petizioni popolari, l’acqua che seguita ad essere erogata nelle case dei sanbenedettesi e in principale modo nella zona di Porto d’Ascoli (San Benedetto) è un acqua imbevibile (torbida, maleodorante e di cattivo gusto).
Chi lo imputa alla gestione non ottimale del potabilizzatore di Fosso dei Galli, chi al potabilizzatore della zona industriale di Centobuchi che pare la attinga direttamente dal fiume Tronto, ma al di là delle cause, resta il fatto che il cittadino è costretto a comprare l’acqua per bere oltre che pagare le bollette esorbitanti del Consorzio Idrico.
“Nessuno che risolva il problema – dicono i consiglieri di minoranza di Pd, Articolo Uno e Nuovi Orizzonti- e soprattutto nessun sindaco che si preoccupi di affrontarlo. All’epoca della Petizione c’era il silente Piunti ma oggi con la figura di Antonio Spazzafumo, le cose non sono cambiate, anzi. Il prossimo 29 giugno ci sarà il rinnovo degli organismi della CIIP, e malgrado la deludente gestione del presidente Alati, dopo settimane di tarantella sul nome del potenziale successore all’insegna della discontinuità, Antonio Spazzafumo chiude in bellezza sostenendo nientepopodimeno che Alati per il suo quinto mandato.”
Secondo le minoranze di sinistra del consiglio comunale di San Benedetto, ” Spazzafumo e quella coalizione che in campagna elettorale rivendicava con fierezza di essere LIBERA dai poteri ascolani (di destra) e dai poteri offidani (di sinistra), a pochi mesi dalle elezioni fa esattamente il contrario. Vota e sostiene tutto quel che capita (vedasi la gestione sanitaria), sempre e comunque in linea con la destra ascolana. Girando invece le spalle al Comitato dei Sindaci della vallata.
Il primo cittadino – aggiungono i consiglieri- poteva dunque adempiere al suo ruolo di Comune tra i più rappresentativi, ed essere dirimente elevando ai vertici CIIP una figura competente e giovane. Ha preferito al contrario rispondere ai richiami della foresta di Castelli e Fioravanti per spostare sempre più a destra l’asse della sua Giunta, e perpetuare il reame di Giacinto Alati.”