Ancona.- “C’è il rischio di un collasso sociale. Sul fronte di sanità e assistenza sociale, c’è una condizione di incertezza che aumenta con l’avanzare dell’età. Siamo ad un mutamento del welfare che ha smarrito la sua missione e non si riesce a far fronte alle nuove esigenze, lasciando senza risposta una parte importante della popolazione che è quella più fragile”.
E’ quanto sostengono Cgil e Spi Marche commentando una serie di dati relativi al welfare e alla sanità locali. Se le Marche, infatti, si confermano tra le regioni più longeve d’Italia, i numeri del welfare per la terza età sono ridotti al lumicino.
Secondo gli ultimi dati Istat, la spesa per gli anziani e la non autosufficienza, è calata nel periodo 2020-2011; nel 2020, la spesa si attesta a 19,2 milioni di euro con oltre 3 milioni in meno di euro (-15,9%).
Secondo i dati Istat, nelle Marche, è in aumento l’indice di dipendenza degli anziani: secondo le previsioni, si passerà dal 42% nel 2023 al 51% nel 2033 e, andando oltre dieci anni, al 66% nel 2043.
Non va meglio per i servizi residenziali: per quanto riguarda le tariffe, nelle Marche, la media è di 128 euro al giorno contro i 112,6 euro del nazionale. Per quanto concerne le tariffe per le Residenze protette, nella regione, le tariffe sono comprese tra i 66,5 e i 74,7 euro giornalieri di cui la quota sanitaria valutata a 33,5 euro al giorno. Si tratta di un importo inferiore alla media nazionale e insufficiente a coprire i costi legati all’assistenza di tipo sanitario in struttura.
Già ora, tra l’altro, è aumentato il ricorso al lavoro privato di cura e cioè l’impiego di assistenti familiari: sulla base dei dati Inps, nelle Marche, le badanti regolarmente occupate nel 2022 erano 14.333 con un incremento del 17,6% dal 2023.
Per quel che riguarda la prestazione universale di 850 euro per gli anziani non autosufficienti che dovrebbe servire per remunerare l’assistente familiare, nelle Marche, a fronte di una platea di 121mila anziani non autosufficienti, saranno interessate al massimo 810 persone. E questo perchè i criteri previsti sono molto restrittivi: almeno 80 anni, ISEE fino a 6000 euro, assegno di accompagnamento
Per la Cgil e lo Spi Marche “questa misura ha ben poco di universale; per l’ennesima volta si tratta di annunci roboanti ma che non dà risposte alle persone fragili e ai loro drammi, che continueranno ad essere lasciate sole”.
E ancora: “Se si vuole affrontare seriamente il tema della non autosufficienza è necessario uscire dalla logica del trasferimento monetario e affrontare il tema vero che è quello dei servizi, ma per fare questo è necessario investire risorse che per ora non ci sono”.