Per il Piceno Confindustria vuole una nuova “Cassa del Mezzogiorno”

San Benedetto del Tronto (Ap) 1 ottobre.- Per il Piceno in crisi economica profonda, ma anche per il Fermano che da segnali preoccupanti Confindustria vuole la “Zona Economica Speciale”. Lo ha detto oggi il presidente degli industriali locali Simone Mariani, parlando all’assemblea degli associati svoltasi al Palariviera di San Benedetto del Tronto. “Solo la Zona speciale attiverebbe potenti strumenti agevolativi fiscali e produttivi – ha spiegato Mariani – mettendo il turbo alla ripresa del nostro sistema economico e del territorio.” Non basterebbero più dunque, le dichiarazioni di “Area in crisi industriale complessa” già ottenute per l’Ascolano ( in fase operativa) e per il Fermano ( in fase di avvio), che peraltro non hanno ottenuto in termini reali gli effetti che ci si attendevano.

La ZES sarebbe dunque il nuovo traguardo da raggiungere per le imprese in difficoltà delle Marche del Sud, oltre che per attirare nuovi investimenti da fuori regione, il tutto naturalmente da far approvare al Governo. Qualcosa insomma di simile alla “Cassa del Mezzogiorno” di vecchia memoria, quella che nei decenni passati ha permesso l’industrializzazione del Piceno, e una fase di benessere sociale mai visto in precedenza. Peccato che erano altri tempi, quelli della Casmez, tempi di espansione economica per tutta l’Italia e anche per le zone meridionali più depresse – ai quali per merito di alcuni parlamentari  la vallata del Tronto seppe agganciarsi – e che non hanno niente a che fare con quelli attuali. Ora la recessione morde quasi tutti i comparti economici, nel sud come nel nord della regione, e il sistema si trova schiacciato a valle dalla concorrenza di altri Paesi “contraffatori” – specie nel tessile e calzaturiero – e a monte dalle regole europee dell’austerità di bilancio, che impone agli Stati membri politiche restrittive senza via d’uscita.

Peccato che Mariani, dopo aver ricordato giustamente tutti i mali italiani del presente, dalla burocrazia elefantiaca all’immobilismo sul fronte della ricostruzione post-sisma, abbia solo affermato che occorrerebbe “aria nuova anche negli algidi palazzi di Bruxelles”. Come se non fosse proprio lì, a Bruxelles il vero nodo del problema, quello che di certo fino ad ora non ha aiutato le piccole aziende marchigiane e nazionali a progettare un nuovo futuro, investire e assumere  ( le imprese grandi , a Fabriano come ad Ascoli se ne sono già andate..).

Tuttavia il presidente di Confindustria Centro Adriatico ha guardato oltre, chiedendo alla Regione Marche di lavorare affinchè il Governo proroghi l’Accordo di programma per le aree in crisi oltre la scadenza del 2020, e più in generale auspicando la riapertura dei cantieri, la riforma della giustizia civile, maggiore efficienza e trasparenza nella Pubblica amministrazione e nuove infrastrutture. In platea, a San Benedetto il Presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia, insieme alle autorità locali. Prima di Mariani erano intervenuti il Governatore Luca Ceriscioli e il Presidente della Camera di commercio, Gino Sabatini. Il tema della tavola rotonda era  “Impresa e Brand”.

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