Ancona 14 agosto.- “L’atto Amministrativo numero 81 approvato dal Consiglio della Regione Marche non permette assolutamente lo scarico diretto del percolato proveniente dalle discariche nella rete fognaria. Sono state eliminate le deroghe fino ad ora previste ai valori limite degli scarichi in pubblica fognatura fissate dalla Giunta nel 2013 uniformandosi alle vigente normativa nazionale.” La Giunta regionale risponde così alle polemiche sollevate da Legambiente e Marche Rifiuti Zero, in relazione ad un provvedimento che avrebbe fatto tornare indietro di decenni il nostro sistema di trattamento degli scarti di lavorazione industriale provenienti da discariche.
“Sostanze come i metalli ed altre sostanze organiche – ribadisce la Regione- prodotte da cicli industriali o dalle discariche non potranno essere scaricati in pubblica fognatura, se non nel rispetto dei valori limite previsti dalla norma nazionale per i corpi idrici superficiali. È rimasta la possibilità, prevista dalla norma nazionale, che il gestore del Servizio Idrico Integrato possa autorizzare scarichi di acque reflue industriali, anche provenienti dalle discariche, con valori in deroga per alcuni parametri (esclusivamente quelli biologici degradabili), se la rete fognaria e l’impianto di depurazione di acque reflue urbane è idoneo a trasportarli e trattarli senza creare danni all’ambiente.”
L’ente spiega poi che “per gli elementi biodegradabili, quali BOD5, ammonio e fosforo, sono ammesse deroghe al recapito in rete fognaria da parte del gestore del Servizio Idrico Integrato che provvederà direttamente alla trattamento, creando di fatto una flessibilità nella gestione di quei parametri che possono essere depurati sia da impianti di depurazione industriale che da quelli per le acque reflue urbane. La possibilità che tali reflui possano essere immessi nella pubblica fognatura e depurati dal gestore pubblico deve essere valutata come una forma di controllo ulteriore, e verrà attuata con rigorosa attenzione.”