Vallegolia (Pu).-Fronte comune contro il disegno di legge Zan sull’omofobia, tra i consiglieri di opposizione del Comune di Vallefoglia (Pesaro ) e il movimento del Popolo della Famiglia.
È un no secco quello pronunciato da Carla Nicolini e Paolo Borlenghi, consiglieri comunali della lista Centro-destra per Vallefoglia, insieme a Fabio Sebastianelli ( nella foto), coordinatore regionale del PdF, rispetto al disegno di legge presentato dall’on. Alessandro Zan in materia di “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi basati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“.
Affermano Carla Nicolini e Paolo Borlenghi:
“L’Oscad (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori, organo citato e riconosciuto anche dal ddl Zan ) segnala 319 casi di violenza o discriminazione omofobica in Italia dal 2010 al 2019. Trecentodiciannove in nove anni!
I numeri parlano chiaro: non esiste emergenza omofobia nel nostro Paese.
Verremo censurati anche su argomenti come, ad esempio, i principi non negoziabili, garantiti da ovvie fondamenta costituzionali di libertà di pensiero. Argomenti che – proseguono i due consiglieri- come cittadini e come consiglieri comunali, sosteniamo. Il ddl Zan punta solo a censurare chi la pensa diversamente- continuano i due consiglieri di Vallefoglia. Nell’art 4 (aggiunto per dare una parvenza di democrazia) è scritto: “ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonchè le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purchè non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”
Ma quali sono le opinioni idonee a determinare atti violenti o discriminatori?
Il reato, nel codice penale, ha sempre una definizione precisa. In questo caso invece la decisione se chi esprime un’opinione commetta reato o no è lasciata al giudice. Sottolineiamo la parola opinione, perchè dopo l’aggiunta di questo articolo è chiaro che si vuole ristabilire il reato di opinione istituito nel 1926 con le leggi fascistissime”.
Il Popolo della Famiglie chiede ai partiti di centro destra al Governo del Paese, che a parole dicono di essere contrari al disegno di legge, di fermarlo