Ancona 26 giugno.- Diecimila domande accolte. E’ il bilancio della prima fase di avvio del Reddito di cittadinanza nelle Marche, secondo dati dell’Inps. L’importo medio è di 540 euro, mentre quello delle pensioni di cittadinanza è di 210 euro. Quanto alle province, su 10.527 richieste approvate – appena l’1,6% del totale nazionale – 3.406 riguardano Ancona, 2.225 Pesaro Urbino, 2.090 Macerata, 1.622 Ascoli Piceno e 1.184 Fermo.
Complessivamente, non si tratta certo dei numeri altisonanti e annunciati ai 4 venti nei mesi scorsi dai parlamentari pentastellati delle Marche, ma comunque di cifre significative per una piccola regione, che leniscono condizioni di forte povertà di molte migliaia di resienti. Tanto più che la prevalenza dei beneficiari del Reddito, risulta essere quella di cittadini con 50 anni di età ed oltre, espulsi dal mercato del lavoro e con profili professionali deboli , e spesso con famiglie a carico.
Ma per la Cgil regionale non siamo in presenza di una strada efficace : “La lotta alla povertà è sicuramente una priorità ma lo strumento messo in atto rischia di non centrare i bisogni di queste persone, non riuscendo a fare una proposta lavorativa coerente con i loro profili che necessiterebbero di maggior sostegno sociale e di percorsi mirati per l’inserimento lavorativo, che peraltro cozza con la situazione di estrema difficoltà per l’ insufficienza di organici in cui versano i Centri per l’Impiego.”
Eppoi, come sostiene il segretario Giuseppe Santarelli “nelle Marche, come nel resto d’Italia, non è ancora partita la cosiddetta seconda fase, quella che prevede l’attivazione per la ricerca del lavoro e per la riqualificazione professionale dei beneficiari del Reddito di cittadinanza, con una grave ritardo da parte dell’ANPAL che pregiudica la credibilità di questo strumento”.
Dunque, per il sindacato, sarebbe stato “più utile ed efficace estendere il Reddito di Inclusione che prevedeva un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento della rete dei servizi sociali dei Comuni e degli Ambiti sociali.”
Sarà anche così, e con il Reddito di cittadinanza non sarà stata abolita di certo la povertà. E tuttavia bisogna dare atto al Governo gialloverde di aver messo in campo un riforma che tenta almeno di combattere le condizioni di estrema difficoltà sociale presenti in tutti i territori, redistribuendo direttamente la ricchezza per quel poco che ancora viene prodotta in Italia e nelle Marche, a favore dei più bisognosi, cittadini anche loro. Se essa sarà sufficiente poi a combattere anche la disoccupazione crescente e la crisi economico-industriale che si trascina ormai da 20 anni, per cause diverse, nel nostro Paese e nei distretti produttivi marchigiani semi-abbandonati, è difficile crederlo.