“La ricostruzione post-sisma stenta a partire. Sono migliaia le pratiche presentate all’Ufficio Speciale , ma poche hanno avuto il decreto di ammissione a contributo, per una serie di cause come la complessità della normativa, l’eccessiva burocrazia, e i prezzi inadeguati previsti dal prezzario per la ricostruzione. Inoltre diversi provvedimenti legislativi come il credito d’imposta, il danno indiretto, i finanziamenti a tasso “zero”, la riapertura dell’una tantum per le imprese che hanno avuto l’inagibilità nel 2017, attendono da troppo tempo i decreti attuativi.” Lo denuncia la Confartigianato di Macerata, che nelle ultime settimane ha organizzato 8 incontri nelle aree del “cratere”, confrontandosi con 200 imprenditori ai quali è stata fornita gratuitamente la formazione necessaria sulla sicurezza nei cantieri e tutte le informazioni utili sulla normativa per la ricostruzione. Nelle assemblee si è discusso della riapertura delle zona franche urbane di cui alla Legge 96/17, dell’acquisizione di immobili disponibili da destinare agli “sfollati” dal terremoto, della pubblicazione di un bando che prevede contributi a fondo perduto per la creazione di nuove attività. E inoltre si è parlato di conti dedicati e vincolati per la ricostruzione, ma anche “delle criticità sul rating di legalità che viene considerato – sostiene Cgia Macerata – un elemento premiante da alcuni bandi pubblici, ma difficilmente ottenibile per le piccole e medie imprese, in quanto può essere richiesto solo dalle quelle che abbiano raggiunto un fatturato minimo di 2 milioni di euro, escludendo pertanto il 99% delle aziende locali.”
Nel corso degli incontri sono state fornite le informazioni necessarie per accedere ai cantieri nel cratere. Indispensabile ad esempio, l’iscrizione all’Anagrafe Antimafia degli Esecutori la quale, avendo durata annuale, è già in scadenza per le prime imprese che l’hanno ottenuta. Altro tema importante è la questione del subappalto per i lavori nei cantieri che, in base al Codice dei Contratti Pubblici (L.50/16), non può superare il 30%. ” Tale limite però – ricorda l’associazione artigiana – può essere superato attraverso strumenti come l’Associazione Temporanea d’Impresa (ATI), le società di capitali (S.r.l.) i consorzi tra imprese e la rete d’imprese”
.