Ascoli. “Questa è solo giustizia ad orologeria”. Così si difende la Geta di Ascoli, società al centro d’ un inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Ancona, sulla gestione dei rifiuti nel proprio sito dell’Alto Bretta. Attraverso i suoi legali Mauro Gionni e Massimo Comini, con una lettera alla stampa, la famiglia titolare dell’impianto replica alle accuse mosse dagli inquirenti.
“Un anno fa il giudice per le indagini preliminari aveva scritto che l’accusa era infondata rigettando le richieste della Procura che poi aveva avanzato un ricorso al Tribunale di Ancona. Ed anche i giudici del Tribunale – sostiene la Geta – avevano certificato che non c’è traffico illecito di rifiuti. Per questo tale resurrezione, ad un anno dalle pronunce lascia qualche dubbio. E tutto ciò avviene quando si dovevano prendere importanti decisioni amministrative sulla vasca zero della discarica.”
Quanto alla politica, Geta dichiara che “nessun favore è stato fatto e ricevuto da politici e nulla è stato pagato, ne a politici ne a pubblici ufficiali. ” Non solo : “Nessuna sponsorizzazione è stata fatta per scopi diversi da quelli di liberalità”. Infine la società ribadisce di aver ricevuto autorizzazioni per la sue attività da varie amministrazioni pubbliche e da enti preposti al controllo, in oltre 20 anni e con orientamento politico diverso.