Ancona. – “Il rinvio in commissione della proposta di legge per la riforma dei consultori familiari, presentata ormai oltre un anno a mia prima firma dal gruppo assembleare del Partito Democratico, dimostra le difficoltà che attraversa la destra marchigiana, schiacciata tra la necessità di difendere a ogni costo la propria identità oscurantista e la mancanza di argomenti per opporsi a un provvedimento equo ed equilibrato, capace di tutelare la libertà e i diritti delle donne”.
Così la consigliera regionale del Partito Democratico Manuela Bora commenta la decisione presa dall’Assemblea legislativa delle Marche di rinviare in commissione la proposta di legge n. 16 del 2021, inerente alla ridefinizione complessiva del ruolo dei Consultori familiari che ha l’obiettivo di rafforzarne la valenza pubblica.
“Ovviamente – spiega la consigliera dem – sappiamo bene quanto la maggioranza sia contraria a questa proposta di legge. D’altra parte non dimentichiamo che la giunta Acquaroli, fin dal suo insediamento si è distinta per la sua volontà di ostacolare le donne che dolorosamente scelgono di ricorrere all’interruzione di gravidanza. Basti dire che l’esecutivo regionale – aggiunge la Bora – è arrivato a rifiutare il recepimento delle nuove linee guida del ministero della Salute che consentono la somministrazione della pillola RU486 senza più la necessità di ospedalizzazione e fino alla nona settimana. Tutto ciò non giustifica il fatto che si sia dovuto attendere quasi due anni prima di iscrivere la nostra proposta in Assemblea, per di più dopo un percorso in commissione che non ha vissuto alcun momento di confronto con le associazioni e i portatori di interesse.”
La consigliera Manuela Bora, ex assessore nella Giunta Ceriscioli tuttavia non demorde e annuncia battaglia : “l’extra time di quattro mesi che il rinvio in commissione ci offre, potrà essere utilizzato per colmare proprio il vuoto di partecipazione democratica che c’è stato fino a oggi. Da subito lavoreremo per far crescere un movimento di opinione forte che induca la maggioranza ad approvare il testo”.