Rigenerare la terra per uno sviluppo di qualità. Riparte da Apiro il progetto Arca, 13 imprese

Rigenerare la terra e l’ambiente per avere un cibo di qualità. E insieme rilanciare anche un modello di sviluppo sostenibile con una filiera che crei nuova occupazione e benessere sociale, recuperando le antiche pratiche agricole e gli usi mezzadrili  ,  innestandovi le innovazioni tecnologiche più moderne. Sono gli obbiettivi del progetto Arca (Agricoltura per la rigenerazione controllata dell’ambiente) promosso dall’imprenditore Bruno Garbini e che con il sostegno di Fileni, Loccioni e 13 aziende alimentari delle valli dell’Esino, del Musone e del Misa-Nevola ha ripreso vita e slancio negli ultimi tempi. All’Abbazia di Sant’Urbano di Apiro, luogo incantevole appena restaurato , si è tenuto un convegno per programmare il futuro dell’iniziativa di grande respiro e che non ha eguali in Italia. Ad appoggiare il progetto il sociologo di territorio Aldo Bonomi, che ha realizzato una ricerca mirata sul tema, con lo scopo di verificare quali imprenditori e quali comunità locali siano disponibili ad adottare le azioni e le pratiche per rigenerare il capitale naturale presente nella zona, con una gestione adeguata del suolo e degli allevamenti di animali. Presente all’incontro anche l’assessore regionale Anna Casini, rappresentanti del Ministero dell’agricoltura  e numerosi imprenditori marchigiani, tra cui Gennaro Pieralisi. “Lo scopo principale di Arca è quello di creare lavoro, soprattutto per i più i giovani – ha detto Enrico Loccioni nel corso del convegno – recuperando i saperi antichi  e allo stesso tempo impiegando strumenti e attrezzature sempre più avanzate e innovative.” Sullo stesso piano gli interventi di Bruno Garbini  e di Giovanni Fileni  (fondatore dell’omonimo Gruppo ) che hanno esaltato i valori e gli obbiettivi della sfida appena rilanciata, che guarda  al futuro e all’ambiente in cui vivranno le nuove generazioni.

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