Ascoli Piceno 8 marzo.- “Incentivare l’economia circolare e salvaguardare la filiera artigiana di qualità e di prossimità, sia per mantenere gli standard di eccellenza del Made in Italy, sia per correre il rischio di un blocco di tutta la catena produttiva causa mancanza di parti del prodotto finito”. Doriana Marini, imprenditrice sambenedettese del settore moda e accessori, sintetizza così la grave crisi che sta colpendo tutti i comparti, e quello del fashion in particolare, e alcune delle possibili vie di uscita determinata da questa grave crisi sanitaria.
“Quello della Moda, prosegue la vice presidente nazionale e presidente regionale di Cna Federmoda – è sicuramente uno dei settori più globalizzati. L’analisi in tempo reale ci dice che mediamente le imprese del Piceno della moda e del tessile stanno viaggiando con un calo medio quotidiano del 50 per cento del fatturato. Ma le prospettive, al momento sono ancora peggiori in quando le commesse, e la conseguente produzione, è al momento praticamente azzerata nelle nostre piccole e medie imprese”.
“L’impossibilità di partecipare per chissà quanto tempo – prosegue Marini – è comprensibilmente un danno gravissime per le nostre aziende. Ma c’è anche un altro fatto molto importante. La globalizzazione del comparto a fatto sì che, almeno da venti anni a questa parte, componenti, e quindi merci, che portano poi al prodotto finito, arrivino da svariate aree produttive, italiane, europee e mondiali. E se non ci sono tutti i componenti, crollo delle commesse a parte, il prodotto resta ovviamente incompiuto. Come settore moda della Cna da anni ci battiamo per incrementare l’economia circolare e la filiera corta della produzione.
Per l’imprenditrice sambenedettese, “questa crisi sanitaria conferma, non solo la validità della strada che abbiamo intrapreso, ma anche la sua importanza vitale per far sì che il Made in Italy resti l’eccellenza che è e che tutti ci riconoscono. Un’eccellenza che per motivi etici, di qualità, ma come si vede adesso anche per motivi logistici e di approvvigionamento, deve poter contare su una filiera corta, se non proprio di prossimità. ”
Sulla vicinanza e la circolarità delle produzioni, soprattutto in alcuni comparti del saper fare artigiano, mette l’accento anche Francesco Balloni, direttore della Cna Picena: “La moda sta subendo forti contraccolpi ed è forse l’esempio di come l’Italia e, per quanto ci riguarda, il Piceno debbano lavorare per riconquistare nella manifattura di qualità la piena autonomia e autosufficienza. Sono i due fronti aperti da questa crisi. Uno appena elencato, l’altro riguarda ovviamente i servizi e quelli turistici in particolare. Comparto per il quale abbiamo già chiesto e chiederemo interventi incisivi di sostegno sia alle imprese che ai lavoratori, ma ancora di più alla salvaguardia dell’immagine e della qualità di un territorio.”